eremo
èremo (poet. érmo o èrmo) s. m. [dal lat. tardo erēmus s. m. o f., gr. ἔρημος o ἐρῆμος agg. «solitario, deserto»]. – 1. Luogo solitario, dove una o più persone si ritirano a far vita religiosa (v. eremita); il termine, riferito con questo senso generico soprattutto a tempi remoti, indica oggi più spec. il recinto con celle separate che nella congregazione camaldolese è riservato agli «eremiti», e per antonomasia quello di Camaldoli fondato da s. Romualdo verso il 1012: un’acqua c’ha nome l’Archiano, Che sovra l’Ermo nasce in Apennino (Dante). 2. estens. Luogo appartato, casa lontana dall’abitato: s’è ritirato in quell’e. per poter lavorare in pace; o comunque abitazione, o stanza, in cui uno riesce a star solo: il pomeriggio mi ritiro nel mio e. e nessuno mi disturba. 3. Come agg., è forma poco com. per ermo.