errare [lat. errare "vagare; sbagliare"] (io èrro, ecc.). - ■ v. intr. (aus. avere) 1. a. [andare qua e là senza meta certa: e. per i campi, per i monti, per le strade] ≈ girovagare, peregrinare, (lett.) ramingare, vagabondare, vagare. b. (non com.) [mettersi sulla cattiva strada, anche fig.: e. dalla via, dal retto sentiero] ≈ perdersi, pervertirsi, sviarsi, tralignare, traviarsi. ↔ ravvedersi, rinsavire, ritornare sulla retta via. 2. (estens.) a. [essere in errore in ciò che si dice, si crede o si afferma: le cose stanno in questi termini, se non erro] ≈ (fam.) andare errato, cadere in errore, confondersi, equivocare, ingannarsi, (fam.) prendere un abbaglio (o una cantonata o un granchio), (fam.) prendere fischi per fiaschi (o lucciole per lanterne), sbagliare. ↔ (pop.) azzeccare, dire bene (sbaglio o dico bene?), indovinare. b. [in senso morale, commettere colpa: ho errato, e sono pronto a farela penitenza] ≈ cadere in errore, (lett.) fallare, mancare, sbagliare. ↑ peccare. ■ v. tr., poet. [vagare in lungo e in largo in un luogo: mari e poggi errando, tutto l'orbe trascorre (G. Leopardi)] ≈ attraversare, percorrere.