esametro
eṡàmetro s. m. [dal lat. hexamĕter, gr. ἑξάμετρον, comp. di ἑξα- «esa-» e μέτρον «misura, metro»]. – Nella metrica classica, in generale, qualsiasi periodo di sei metri: e. coriambico, e. cretico. In partic.: e. dattilico, o semplicem. esametro, verso tradizionale dell’epopea greca e romana, usato inoltre nella poesia didascalica e, associato al pentametro a formare il distico elegiaco, nella poesia elegiaca; ha lo schema –́–̮–̮–́–̮–̮–́–̮–̮–́–̮–̮–́–̮–̮–́⌣̅, cioè 6 dattili, di cui i primi 5 sostituibili con spondei (più raram. il 5°) e il 6° catalettico. Dagli antichi metricologi è detto spondaico se il 5° piede è spondeo, periodico se alterna dattili e spondei, saffico se ha lo spondeo all’inizio e in fine (forma frequente nella poetessa Saffo); per l’e. acefalo, ipermetro, miuro, olodattilico, olospondaico, v. i singoli aggettivi; per le cesure nell’esametro, v. cesura. Nella metrica italiana cosiddetta «barbara» il ritmo dell’esametro è generalmente riprodotto con un settenario più un novenario.