eschimese
eschimése (meno corretto esquimése) agg. e s. m. e f. [prob. voce di origine algonchina, il cui sign. sarebbe «mangiatori di carne cruda»; la variante esqui- riproduce la grafia francese del nome, esquimau, pl. esquimaux 〈eskimó〉]. – Relativo o appartenente alla popolazione degli Eschimesi (attribuiti, in antropologia fisica, alla razza mongolide), indigena delle coste artiche dell’America e della penisola dei Ciukci in Asia, somaticamente caratterizzata da faccia alta e larga, zigomi grossi, denti larghi, naso poco prominente e stretto; vivono di allevamento (renne) e di caccia (ai caribù nelle zone aride) o di pesca praticata nel mare aperto, abitando, d’inverno, in caratteristiche capanne emisferiche di blocchi di neve (iglù), e usando per gli spostamenti le racchette da neve e la slitta trainata da cani. Lingua e. (o l’eschimese s. m.), la lingua parlata dagli Eschimesi, di posizione ancora non definita, ma comunque vicina alle lingue americane, frazionata in dialetti fortemente eterogenei, aventi come caratteristica comune l’enorme quantità di suffissi, per cui a una sola parola eschimese può corrispondere un’intera frase delle lingue indoeuropee. Cane e., nome generico di varie razze di cani, adoperati dagli Eschimesi per trainare slitte; sono animali robusti e intelligenti, tutti con caratteristiche comuni: muso affilato, orecchie erette, arrotondate in punta, pelame lungo e abbondante, morbido, di color bianco, crema, o anche grigio o nero o fulvo, coda lunga con abbondante rivestimento.