esigere
eṡìgere v. tr. [dal lat. exigĕre «pretendere, riscuotere», comp. di ex- «fuori» e agĕre «spingere»] (io eṡigo, tu eṡigi, ecc.; pass. rem. eṡigéi o eṡigètti, ma di uso raro, per lo più sostituito dalle forme del verbo pretendere). – 1. a. Richiedere, pretendere qualche cosa in virtù di un diritto che si ha o si crede di avere, della propria autorità, della propria forza: e. un tributo straordinario; e. obbedienza, soddisfazione; e. il rispetto dell’orario; e. interessi troppo alti; e. un salario eccessivo; esigo delle prove; esigo di essere rispettato; esigo che qualcuno mi dia una una spiegazione; che cosa esige in cambio di questo favore?; tu esigi troppo da lui. b. Riscuotere, spec. il denaro dovuto a una pubblica amministrazione, a un’azienda: e. le imposte; e. un credito. 2. fig. Con soggetto di cosa, rendere indispensabile, imporre: l’impresa esige prontezza e decisione; queste parole esigono una spiegazione; il mio onore lo esige. ◆ Part. pres. eṡigènte, frequente come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. eṡatto, poco com., usato solo col sign. di riscosso, nel linguaggio amministrativo: esatti due euro e cinquanta per diritti di segreteria.