esogeno
eṡògeno agg. [comp. di eso-2 e -geno]. – Che proviene o nasce dal di fuori (contrapp. a endogeno): fattori e., cause esogene. In partic.: a. In geologia, di azioni, forze, fenomeni, ecc., che hanno sede sulla superficie della Terra o nelle zone immediatamente prossime ad essa: rocce e., sinon. di rocce sedimentarie. b. In botanica, di organo che trae origine dalla regione esterna, superficiale, dell’asse generatore, come per es. le foglie rispetto al caule; spore e., quelle che si costituiscono all’esterno della cellula madre (per es. nei basidiomiceti). c. In medicina, che proviene dall’esterno, con partic. riferimento a sostanze ingerite; per es., colesterolo e., in contrapp. a quello endogeno, sintetizzato dall’organismo. d. In psichiatria, psicosi esogene (o organiche), vasto gruppo di malattie mentali che sono variamente causate da stati morbosi dell’organismo (arteriosclerosi, lue, traumi cerebrali, alcolismo, morfinismo, tossine originate da malattie infettive), e sono caratterizzate da disturbi di coscienza che vanno dall’obnubilamento e da stati confusionali più o meno gravi fino alla disgregazione della personalità. ◆ Avv. eṡogenaménte, con carattere esogeno, con provenienza dall’esterno.