esquisito
esquiṡito agg. – Variante ant. di squisito, che, accanto ai sign. oggi in uso, comuni alle due forme (singolarmente gradevole e delicato, detto di cibi e bevande, o fine, raffinato, con riferimento a qualità, gusti, sentimenti, comportamenti di persone, alle loro manifestazioni, e alle produzioni dell’ingegno e dell’arte), ha avuto in partic., e conservato nel linguaggio letter., quello etimologico di ricercato, e quindi artificioso, o elegante, sottile, e quello, più raro, di compiutamente realizzato, perfetto: a avere a favellare a semplici giovinette, come voi il più siete, sciocchezza sarebbe stata l’andar cercando e faticandosi in trovar cose molte e. (Boccaccio); quel faticoso ed e. lavorìo dello stile (Carducci, con riferimento al Parini); né in questo caso importa se tal superficie sia o non sia pulita e liscia, e basta solo un e. contatto (Galilei). ◆ Avv. esquiṡitaménte, in modo squisito (in questa accezione, è ant. e letter. per squisitamente), o esquisito (nelle accezioni partic. sopra indicate): effetto che con telescopio esquisito si discerne esquisitamente (Galilei).