estendere
estèndere v. tr. [dal lat. extendĕre, comp. di ex- e tendĕre «tendere»] (pass. rem. estési, estendésti, ecc.; part. pass. estéso). – 1. Rendere più ampio o più lungo: e. un piazzale, un possesso, i proprî dominî; e. i confini di un territorio; e. un filo; e. una strada; e. un arto, compiere il movimento di estensione. In usi fig.: e. l’autorità, la potenza; e. il commercio, dargli maggiore sviluppo; e. le proprie relazioni; e. il significato di un vocabolo. Di legge, diritto, facoltà e sim., applicare a un maggior numero di persone: e. il diritto di voto; Caracalla estese il diritto di cittadinanza a tutto l’Impero; e. un beneficio, una pena; e. l’invito a tutti i presenti. In matematica, e. un risultato, provare che esso vale, eventualmente con qualche modifica o attenuazione, anche in circostanze più generali. 2. letter. Stendere, compilare uno scritto: fu incaricato di e. il necrologio. 3. rifl. e intr. pron. a. Allargarsi, acquistare maggiore superficie o sviluppo: la città continua a estendersi verso la campagna circostante; i nostri commerci si estendono di giorno in giorno. b. Avere una determinata area o lunghezza: i suoi terreni si estendono per decine di ettari; il parco si estende fino al centro storico; l’Italia si estende dalle Alpi alla Sicilia. c. fig. Propagarsi, diffondersi: il male, il contagio, la ribellione si estende. d. fig. Diffondersi col discorso, parlare a lungo: estendersi su un argomento; ti sei esteso troppo. ◆ Part. pass. estéso, anche come agg. (v. la voce).