esteuropeo
(est-europeo), agg. Dell’Europa dell’Est. ◆ il futuro sembra oscuro: le élites dei Paesi est-europei in via di ammissione all’Ue parlottano soprattutto in inglese (62%) e tedesco (42%), e solo in minima parte (7%) potrebbero reggere una conversazione in francese. (Giornale di Brescia, 26 luglio 2003, p. 33, Cultura & Spettacoli) • Da una parte c’erano i fautori, rapiti dall’universo di folclore, misticismo e sesso dipinto dallo scrittore emigrato in America dalla Polonia nel 1935. Un universo popolato da prostitute, demoni e individui deboli e corrotti, che secondo la giuria dell’Accademia svedese «incarnano la condizione umana». Dall’altra c’erano i detrattori, secondo i quali evocare gli shtetl e la civiltà degli ebrei esteuropei servendosi di una lingua diversa dall’yiddish, (come ha fatto a un certo punto [Isaac Bashevis] Singer consentendo la traduzione delle proprie opere) equivale a un «secondo tradimento». (Alessandra Farkas, Corriere della sera, 24 giugno 2004, p. 31, Cultura) • A proposito di grandi imprenditori, per ben due volte al porto di Roma ha attraccato Akezhan Kazhegeldin economista, industriale e ex-primo ministro del Kazakistan innamoratosi delle bellezze dei nostri mari. Un esteuropeo che ha sostituito il russo patron della Gazprom, Roman Abramovič, che nell’estate 2006 aveva schierato persino la sua ammiraglia di 115 metri, «Le grand bleu». (Giulio Mancini, Messaggero, 26 agosto 2007, p. 50, Cronaca di Roma).
Composto dal s. m. inv. Est e dall’agg. europeo.
Già attestato nella Repubblica del 13 marzo 1985, p. 8, Commenti (Roberto Ducci).