estro
èstro s. m. [dal lat. oestrus, traslitt. del gr. οἶστρος; la parola lat. corrispondente era asilus, da cui l’ital. assillo (v.)]. – 1. a. Presso gli antichi Greci, nome del tafano. b. Nella sistematica zoologica moderna, nome (lat. scient. Oestrus) di un genere d’insetti estridi. 2. Già presso i Greci la parola si usò per indicare l’azione del nume che stimolava il mortale durante l’entusiasmo profetico o poetico; di qui i significati fig.: a. ant. Furore guerriero: Senza che tromba o altro segno ... lor pungesse il cor d’animoso estro (Ariosto). b. Ispirazione, ardore della fantasia e dell’immaginativa che guida l’artista nella creazione dell’opera: e. poetico, e. lirico; non ha e. musicale; abbandonarsi all’e.; scrivere secondo l’e., come l’e. detta; c’è dell’e. in lui, o anche, denotando l’effetto, c’è dell’e. in quel disegno, in quella musica, ecc. c. Capriccio, ghiribizzo, fantasia improvvisa: gli è saltato l’e. di licenziarsi; mi verrebbe l’e. di trattarlo come merita; sono estri da matto; agire secondo l’e., secondo il capriccio; non com., fare le cose a estri, irregolarmente, a sbalzi, a scatti. d. In biologia, e. sessuale, manifestazione periodica dell’ovulazione nelle femmine dei mammiferi, determinata dalla maturazione o deiscenza dei follicoli ovarici: in tale stato fisiologico il desiderio sessuale si ravviva e l’animale cerca i simili di sesso opposto per accoppiarsi. ◆ Dim. estrino, pegg. estràccio (tutti e due spec. nel sign. 2 c).