eta
età (ant. e poet. etade, etate) s. f. [lat. aetas -atis, dall’arcaico aevĭtas, der. di aevum «evo»]. – 1. a. Ciascuno dei periodi in cui si suole dividere la vita umana: le quattro e. dell’uomo (fanciullezza, giovinezza, maturità, vecchiaia); la prima e.; l’e. infantile; l’e. adulta, virile, senile, tarda, cadente, decrepita; la terza e., l’età senile in senso ampio (talora anche la quarta età, per indicare persone sopra i settantacinque anni); poet., l’e. nuova o novella, la verde e., l’adolescenza; e. fiorita, la giovinezza: Ma poi che insieme coll’età fiorita Mancò la speme e la baldanza audace (T. Tasso); o l’adolescenza: Garzoncello scherzoso, Cotesta età fiorita È come un giorno d’allegrezza pieno (Leopardi). b. Con varie determinazioni, indica approssimativamente gli anni di vita di una persona: è ancora in tenera e.; una ragazza in e. da marito; essere nel fiore dell’e., nella più bella e., nella giovinezza; persona di mezza e., tra giovane e vecchio; avere un’e. avanzata, essere avanti con l’e., essere attempato (e analogam., un uomo, una donna di e. matura); avere una certa e., essere piuttosto anziano; avere una bella e., un’e. rispettabile, essere molto in là con gli anni, spec. di persona ancora sana di mente e di corpo. Usato senza attributo, può indicare, secondo il caso, l’età giovanile o senile: per la sua e. fa anche troppo; che vuoi farci, è l’e.!; oramai ha la sua e.; portare rispetto all’e. e ai capelli bianchi; un uomo d’e., attempato: Quivi era un uom d’età, ch’avea più retta Opinïon degli altri (Ariosto); con quest’ultimo sign., è com., anche nell’uso pop., la locuz. in età, riferita a uomo o donna ormai anziani: un signore, una signora in età. Con partic. riferimento allo sviluppo biologico o psichico d’una persona, alle sue attitudini e simili: l’e. della ragione, del giudizio, del discernimento, della discrezione; e. evolutiva, quella che va dalla nascita ai 25-30 anni, e. involutiva, dopo i 60 anni; l’e. della pubertà; l’e. critica, nelle donne, quella della menopausa, negli adolescenti la pubertà; e. mentale, il grado di efficienza intellettuale di un individuo, riferito a una valutazione psicometrica; l’e. militare, gli anni in cui l’uomo è atto a portare le armi; e. sinodale o canonica (v. sinodale). In senso generale, si parla talora di e. biologica per indicare quella che approssimativamente può essere attribuita a una persona – indipendentemente dalla sua età anagrafica – sulla base di una globale valutazione dell’efficienza fisica e mentale (caratteri somatici e psichici, prestazioni funzionali, comportamento, ecc.); più specificamente, in pediatria ed endocrinologia, si definisce e. ossea o scheletrica il grado di maturazione ossea, valutabile mediante esame radiologico di determinate ossa (soprattutto quelle della mano e le epifisi distali del radio e dell’ulna), per appurare l’eventuale comparsa o lo stadio evolutivo dei «nuclei di ossificazione», fenomeni che, in condizione normale, sono strettamente correlati con l’età anagrafica. c. Altre volte si riferisce agli anni esatti: all’e. di vent’anni; è morto alla bella e. di 90 anni; che e. hai?; ditemi l’e.; hanno la medesima e.; arrivare a un’e., avere, passare, superare un’e.; e. maggiore (o, più spesso, maggiore e.), l’età, determinata dalla legge, alla quale l’individuo diviene giuridicamente responsabile dei proprî atti (l’età inferiore a questa si dice e. minore e più comunem. minore e.); limiti di e., l’età con la quale cessa un determinato diritto o rapporto: non è stato ammesso al concorso perché ha superato i limiti d’età; andare in pensione per raggiunti limiti d’età. d. Per analogia, di animali, o piante: gli elefanti arrivano a una bella e.; l’e. dei mammiferi si desume dall’esame dei denti e delle corna; l’e. dei cavalli si fa datare per convenzione dal 1° gennaio dell’anno in cui nascono; è sufficiente contare le cerchie legnose per determinare l’e. degli alberi. Di cose: e. di un monumento, di un’opera d’arte; e. delle rocce, calcolata dal tempo della loro formazione con i varî metodi di datazione geologica. In partic.: e. della Luna, il numero che indica i giorni e le frazioni di giorno trascorsi dal novilunio astronomico (nel computo ecclesiastico, l’età della Luna si conta dal primo apparire della falce lunare vespertina, che è in ritardo rispetto al novilunio astronomico di circa un giorno); e. della marea, il numero dei giorni che intercorrono tra un novilunio, o un plenilunio, e il periodo delle grandi maree rispetto a un determinato sito; e. della Terra, il periodo di tempo trascorso dal distacco del grumo di materia nebulare che poi, consolidandosi, avrebbe costituito il pianeta Terra, valutato in circa 4,5 miliardi di anni (circa un miliardo di anni dopo si sarebbe formata la crosta, visto che le rocce più antiche risalgono a circa 3,5 miliardi di anni fa); e. dell’Universo, il periodo di tempo trascorso dalla formazione dell’Universo – cioè, secondo la teoria attualmente più accreditata, a partire dall’esplosione (big bang) iniziale – valutato tra 7 e 20 miliardi di anni. In geologia, e. relativa, quella che si stabilisce mediante il principio della sovrapposizione, per cui in una serie rocciosa in giacitura normale un elemento che sta sopra un altro è più recente di quest’ultimo, e viceversa; e. assoluta, l’età vera, espressa in anni, di un sedimento, di un fossile, ecc., che si tenta di fissare ricorrendo, a seconda del caso, a varî metodi, come per es. quello delle varve, della radioattività, del contenuto in fluoro, ecc. 2. estens., poet. La vita: Movesi il vecchierel canuto e bianco Del dolce loco ov’à sua età fornita (Petrarca). 3. a. Tempo in genere: scalee che si fero ad etade Ch’era sicuro il quaderno e la doga (Dante). b. Il tempo di una generazione: l’e. nostra, l’e. presente, le e. passate; Ben v’èn tre vecchi ancora in cui rampogna L’antica età la nova (Dante); Al miglior cavalier de l’età nostra (Ariosto). 4. Lungo spazio di tempo, epoca, periodo storico: Oh venturose e care e benedette L’antiche età che a morte Per la patria correan le genti a squadre (Leopardi); l’e. di Cesare o di Cicerone, l’e. di Augusto; Dante e l’e. che fu sua; l’e. classica, complessivamente l’antichità, fino all’inizio del medioevo; l’e. di mezzo, il medioevo; l’e. moderna, tradizionalmente dal sec. 16° all’inizio o metà del 19°; l’e. contemporanea, dalla metà del sec. 19° al tempo presente. Con accezioni partic.: a. L’età dell’oro, dell’argento, del rame, del ferro, successive fasi della storia umana, sulla base di un’antica concezione e periodizzazione risalente a Esiodo e predominante nel mondo classico, secondo la quale gli uomini si sarebbero gradatamente allontanati dalla vita perfetta e felice che conducevano all’inizio. b. In paletnologia, suddivisione dell’era antropozoica per quanto riguarda l’evoluzione dell’attività della specie umana, valutata in base ai reperti delle industrie delle varie culture: e. della pietra, del bronzo, del ferro e, con terminologia più specifica, e. paleolitica, neolitica, eneolitica, ecc. c. Nella cronologia geologica, suddivisione (di quarto ordine) di un’epoca, cui corrisponde, in stratigrafia, il piano (per es., l’epoca detta triassico medio viene, sulle Alpi, suddivisa nelle due età anisiana e ladiniana, più spesso indicate con i sost. anisiano e ladiniano, cui corrispondono gli omonimi piani). d. Nella tecnica nucleare, e. di un reattore nucleare, concetto introdotto da E. Fermi in un suo modello analogico tra la liberazione e la scomparsa di neutroni termici in un reattore a fissione e la vita e la riproduzione biologiche (modello dell’e., o dell’e. di Fermi), per descrivere il ciclo di tali neutroni nel funzionamento del reattore.