etichetta pulita
loc. s.le f. Etichettatura dei prodotti alimentari ispirata a criteri di trasparenza e realizzata per garantire all’acquirente l’assenza di additivi; in senso concreto, la singola etichetta così realizzata. ♦ Da qualche decennio vengono aggiunti ai nostri cibi circa duemila additivi alimentari. Magari saranno anche di più. Ma grazie al clean label, l'etichetta pulita, una serie di sostanze non appare sull'etichetta nutrizionale perché occultata come componente ausiliare non soggetto alla dichiarazione. Inoltre, alcuni additivi non ben visti dai consumatori possono rinascere sotto forma di prodotti "naturali". Ad esempio il glutammato (prodotto dai lieviti) trasmuta nell'innocente "estratto di lievito" o nel modaiolo "proteine idrolizzate". (Simone Grazioli Schagerl, Cibo per la tiroide, Macro, Cesena 2018) • Il Gelato di Geppy Sferra ha un’altra particolarità e si chiama etichetta pulita. Di cosa si tratta? Facile: “etichetta pulita” o e-free, come dicono alcuni, è una produzione realizzata senza ricorrere all’apporto di sostanze che, anche quando sono naturali e considerate innocue, rientrano nella categoria degli additivi risultando eccessivamente presenti nell’impasto del gelato e condizionandone il gusto, rendendolo meno digeribile. (Chiara Maria Gargioli, Repubblica.it, 16 aprile 2019, Sapori).
Composto dal s. f. etichetta e dall’agg. pulito, come traduzione dell’ingl. clean (‘pulito’) label (‘etichetta’).
Già attestato nella Repubblica del 27 luglio 2009, p. 30, Automotori (Carlo Cavicchi), con riferimento a un nuovo modello di autovettura con tettuccio dotato di pannelli solari, interpretato evidentemente come strumento e simbolo di “pulizia” ambientale.