etnicizzazione
s. f. Progressivo confinamento all’interno di un gruppo etnico. ◆ alla luce di un fenomeno che ormai è destinato a travalicare tutte le quote (del resto di fatto mai rispettate, con la conseguenza dell’incremento di stranieri clandestini), molti avvertono l’inadeguatezza del vecchio funzionalismo e sono alla ricerca di nuove strade. Anche perché i rischi di «etnicizzazione» (vale a dire il costringere gli extracomunitari a mestieri bassi, con i maschi che fanno gli operai e le donne che fanno le colf e le badanti) sono più alti dei benefici e creano rancori. (Walter Passerini, Corriere della sera, 20 ottobre 2003, p. 3, Primo piano) • l’immigrazione in Italia è meno omogenea che in Francia, un fenomeno che in parte attenua i rischi di forte etnicizzazione di interi quartieri cittadini. (Chiara Saraceno, Stampa, 8 novembre 2005, p. 2, Primo piano) • C’è un volto nuovo dell’immigrazione, che non rispecchia più solo marginalità, «etnicizzazione» del mercato del lavoro, extracomunitari che prendono i lavori rifiutati dagli italiani. Il rovescio della medaglia è una strada di lavoro per sé stessi che dà occupazione anche agli italiani (vedi il caso del polo tessile di San Giuseppe Vesuviano, alle porte di Napoli). Un’integrazione economica che favorisce l’inserimento sociale. (Patrizia Capua, Repubblica, 26 febbraio 2006, Napoli, p. VII).
Derivato dall’agg. etnico con l’aggiunta del suffisso -izzazione.
Già attestato nella Stampa del 18 gennaio 1992, p. 17, Società e Cultura (Alberto Papuzzi).