eurofilo
s. m. e agg. Chi, che condivide le scelte politiche ed economiche dell’Unione Europea e, più in generale, il processo di unificazione degli Stati nazionali europei. ◆ Quella che invece si profila è una nuova diarchia conflittuale fra gli stessi sostenitori del presidente all’interno del Cremlino. Una diarchia tra gli «uomini della forza», i «siloviki», e gli eurofili dell’economia, delle privatizzazioni, del mercato, provenienti gli uni e gli altri dal medesimo vivaio baltico da cui proviene Putin: l’immarcescibile San Pietroburgo. (Enzo Bettiza, Panorama.it, 14 novembre 2003) • In realtà a Nick Clegg, il più eurofilo leader inglese, hanno dato la sveglia i senatori del partito, dal ministro per le attività produttive Vince Cable all’ex numero uno, Paddy Ashdown, violenti nei loro attacchi verbali contro Cameron per dove associare il proprio nome a un gesto che ritengono sia solo il prodotto della deriva euroscettica imposta dall’ala più dura dei Tory. (Leonardo Maisano, Sole 24 Ore.com, 11 dicembre 2011, Notizie Europa).
Composto dal confisso euro-2 aggiunto al confisso filo-.
Già attestato come s. nella Stampa del 14 luglio 1990, Prima Pagina (Mario Ciriello); come agg., già attestato nella Repubblica del 23 febbraio 1995, p. 14, Politica Estera (Paolo Garimberti).