eversione
eversióne s. f. [dal lat. eversio -onis, der. di evertĕre «abbattere, distruggere», e anche «spingere in fuori, rovesciare»]. – 1. a. letter. Distruzione, abbattimento, rovina: l’e. di Gerusalemme. b. Rovesciamento, sconvolgimento del potere costituito anche attraverso atti rivoluzionarî o terroristici: mirare all’e. dello stato e delle sue istituzioni; le forze dell’e.; anche con uso assol.: combattere l’e.; lottare contro l’eversione. 2. Nel linguaggio storico e giur., abolizione, soppressione: l’e. della feudalità. In partic., e. dell’asse ecclesiastico, serie di provvedimenti, attuati mediante opportune leggi (dette leggi eversive, legislazione eversiva), con cui, dal 1855 in poi, lo stato italiano operò la soppressione di determinate categorie di enti ecclesiastici, devolvendone i beni al demanio, e limitò il patrimonio degli enti ecclesiastici conservati al solo possesso di beni mobili; tali leggi rimasero in vigore fino al concordato lateranense del 1929. 3. Nel linguaggio medico: a. Patologico rovesciamento all’esterno, o estroflessione, di una mucosa, o del tratto di un organo rivestito da mucosa, a livello di una apertura naturale (meato uretrale esterno, orifizio del canale del collo uterino, rima palpebrale, ecc.). b. Manovra di rovesciamento all’esterno di una palpebra, talvolta di un labbro, per osservarne la mucosa, eseguire medicazioni, ecc. 4. ant. Sconvolgimento di stomaco, nausea.