evitare
v. tr. [dal lat. evitare, comp. di e-1 e vitare «evitare»] (io èvito, ant. evìto, ecc.). – In senso ampio, cercare, procurare, fare in modo di (e in qualche caso, anche senza l’intervento della volontà, riuscire a) non fare o ricevere, o incontrare, subire, provocare, ecc. cosa sgradita, o che potrebbe recare danno o molestia, o che per qualsiasi motivo costituisca o appaia un male: e. noie, guai, fastidî; e. un ostacolo; e. un incontro spiacevole; devi e. qualsiasi fatica; cerca di e. le correnti d’aria; e. gli alcolici, i cibi piccanti; sarà meglio e. discussioni inutili; ho solo per un caso evitato uno scontro, un investimento. In partic., e. una persona, fare in modo di non incontrarla, anche abitualmente, per non avere contatti con lei (e con sign. simile, e. gli sguardi di qualcuno); o schivare, sfuggire, tenersi lontano da: e. i cattivi compagni, o le cattive compagnie. Costruito con di e l’infinito: e. di fumare, di bere, di sudare; vorrei e. di fare una brutta figura; ho evitato per miracolo di finire sotto le ruote dell’autobus; oppure con che: vorrei evitare che si ripetesse quanto già accaduto. Col compl. di termine, cercare di non dare, di non procurare ad altri: ti ho evitato una seccatura; èvitami questo dispiacere; o anche a sé stesso: devi evitarti qualsiasi emozione.