fabbricare
(letter. fabricare) v. tr. [dal lat. fabricare, der. di fabrĭca (v. fabbrica)] (io fàbbrico, tu fàbbrichi, ecc.). – 1. Costruire, edificare, detto in genere di opere murarie o sim.: f. case, palazzi, ville, chiese (ma, al sing., più com. costruire una casa, un palazzo, una villa; edificare o, con linguaggio più ricercato, innalzare, erigere una chiesa). In usi assol., costruire edifici, o anche farli costruire a proprie spese: cominciare a f., smettere di f.; chiedere, negare, ottenere, il permesso di f.; è una zona in cui s’è fabbricato molto in questi ultimi anni; chi si mette a f. sa dove comincia e non dove finisce (prov.). 2. a. Produrre – mediante lavorazione, trasformazione, modellatura, unione di pezzi, o attraverso altri particolari processi e interventi sulla materia prima, spesso già parzialmente lavorata (minerali, legname, prodotti della terra, o anche parti di animali, come ossa, pelle, grassi, ecc.) – strutture, materiali e oggetti varî, destinati a molteplici usi, o materie e sostanze destinate al consumo, anche alimentare: f. motori, attrezzi agricoli, mobili, mattoni, giocattoli; f. tessuti, scarpe, valigie; f. saponi, detersivi, vernici; f. biscotti, cioccolatini, ecc. Il verbo (che ha usi meno ampî di fabbrica e di fabbricazione) fa per lo più riferimento ad attività industriali, che si svolgono, con l’aiuto di macchinarî, in particolari stabilimenti detti fabbriche (o designati con denominazioni proprie come mobilificio, calzaturificio, ecc.), meno spesso ad attività artigianali (f. fuochi d’artificio, ecc.), talora illecite (f. banconote false), o a lavorazioni e produzioni individuali, operate e ottenute con mezzi rudimentali (e in questo senso è frequente fabbricarsi, cioè «fabbricare per sé»): fabbricarsi una scala a pioli; s’è fabbricato un ingegnoso carrettino semovente; ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno (Collodi). b. Per estens., comporre, mettere insieme: f. una bambola di cenci; dinanzi alla spelonca Fabrica di sua man quasi una siepe (Ariosto); e fig., fam. o scherz.: il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora ad Aci Trezza (Verga). 3. In usi fig. (riferibili sia al sign. 1 sia al sign. 2), architettare, ideare, combinare: gironzare le ore colle ore fabbricando castelli in aria (I. Nievo); spesso con tono di biasimo: f. menzogne, frodi, notizie allarmanti; un castello di calunnie fabbricato con arte maligna; con altro senso, essere causa di, procurare, soprattutto a sé stessi (e perciò usato spesso con la particella rifl. si «a sé stesso»): fabbricarsi da sé la propria fortuna, la propria felicità (o infelicità); la volontà è la macchina con cui gli uomini fabbricano il loro avvenire (Pascoli). 4. intr. (aus. avere) In veterinaria, si dice che un cavallo fabbrica quando coi piedi di dietro batte sui corrispondenti anteriori: è difetto d’andatura a cui sono predisposti gli animali deboli. ◆ Part. pres. fabbricante, usato soprattutto come sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. fabbricato, anche come agg.; in partic., navi fabbricate (traduz. dell’ingl. fabricated), le navi prefabbricate, costruite cioè collegando sullo scalo singoli elementi, in genere di notevole grandezza; in araldica, riferito a edifici o parti di essi, è sinon. di murato (v. murare1). Per l’uso come s. m., v. fabbricato.