facilitatore
s. m. Chi facilita, rende agevole il conseguimento di qualcosa. ◆ Le imprese, a eccezione dei grandi gruppi, non hanno finora usufruito a pieno delle potenzialità offerte dalla rete. Le dimensioni aziendali, inferiori rispetto a quelle medie europee, hanno fatto sì che la larga banda fosse intesa prevalentemente come strumento di riduzione dei costi. È un orientamento che va rivisto, interpretando la banda larga come facilitatore della reingegnerizzazione dei processi produttivi, necessaria per assicurare maggior competitività alle nostre imprese. (Maurizio Gasparri, Stampa, 15 luglio 2002, p. 22, Economia) • «Ma c’è di più -- aggiunge [Rosario] Alescio [amministratore delegato della Società gestione Valle dell’Ippari] --. L’esperienza dei patti che hanno funzionato attira anche l’attenzione di particolari figure che si potrebbero definire “facilitatori dei programmi”, dei soggetti cioè che affianchino a competenze tecniche anche attitudini a stimolare la cooperazione tra attori diversi su progetti di elevata interdipendenza, che richiedono un alto grado di coordinamento. Queste competenze appaiono particolarmente importanti nel favorire la comunicazione tra istanze tecniche e politiche». (Antonio Casa, Sicilia, 19 dicembre 2006, p. 60, Sviluppo Ibleo) • L’Italia viaggia con il vento in poppa: il 2007 è stato un anno da record per l’eolico, la più remunerativa delle energie pulite. […] Tutti pronti a convincere i contadini a cedere il loro avamposto più turbinoso, a intercettare i «facilitatori» di pratiche meglio inseriti con le amministrazioni locali, a prospettare piogge di royalties sulle comunità. (Elena Comelli, Corriere della sera, 31 marzo 2008, Corriere Economia, p. 30).
Derivato dal v. tr. facilitare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.
Già attestato nella Repubblica del 22 agosto 1992, p. 29, Cultura (Franco Prattico).