falce
s. f. [lat. falx falcis]. – 1. a. Attrezzo agricolo che serve per tagliare gli steli delle piante erbacee, con manico di legno e lama ricurva, di forme diverse secondo gli usi: f. per cereali o messoria, con lama stretta e sottile, curvata ad arco, e corto manico di legno; f. per foraggi o fienaia, a lama grossa e pesante, triangolare, leggermente ricurva, assicurata in cima a un manico lungo, provvisto di maniglie per impugnarlo con ambedue le mani; f. fiamminga, specie di piccola falce fienaia adoperata per segare il grano piegato a terra. Locuzioni: il grano è alla f. o vicino alla f., è quasi maturo, sta per essere falciato; mettere la f. nel campo altrui, fare cose che non spettano a noi; prov., giugno, la f. in pugno. Nella tradizione iconografica e letteraria è attributo del Tempo e della Morte; la falce e il martello incrociati, simboli del lavoro dei contadini e degli operai, erano distintivo dei partiti e movimenti politici d’ispirazione socialista e comunista (indicati perciò spesso con l’espressione allusiva falce e martello), raffigurato anche nelle bandiere nazionali dell’URSS e delle singole repubbliche sovietiche. b. Antica arma, costituita da una lama arcuata, montata in cima a un’asta (v. anche falcastro e falcione). 2. fig. a. Di cose in forma di falce: O f. di luna calante, Che brilli su l’acque deserte, o f. d’argento ... (D’Annunzio). b. La parte arcuata delle gambe di dietro del cavallo. c. In anatomia, f. cerebrale (o grande f.), prolungamento della dura madre in forma di setto verticale e mediano che si insinua tra i due emisferi cerebrali; f. cerebellare (o piccola f.), il setto verticale e mediano situato nella parte posteriore deila scatola cranica tra i due emisferi del cervelletto. ◆ I dim. falcétto, falcino, falciòlo (letter. falciuòlo) e l’accr. falcióne (v.), tutti masch., indicano spesso falci di forme particolari.