falda
s. f. [dal germ. falda]. – 1. a. Strato, striscia, per solito di larghezza molto superiore allo spessore: falde di gesso, di pasta sfoglia, di metallo; nell’uso com. si dice spec. della neve: cade la neve a larghe f. (anche, scherz., piove a larghe f., a scroscio, a dirotto); Piovean di foco dilatate f. (Dante). b. fior. Al plur., falde, le strisce di tessuto, comunem. dette dande, con cui si reggono i bambini quando imparano a camminare. c. In geometria, con sign. generico, zona o parte di superficie, per cui una superficie è detta a due f. quando è costituita di due parti distinte, in genere simmetriche: iperboloide a una f., a due f.; superficie conica a due f.; è propriam. una estensione del concetto di ramo di una curva (v. ramo). d. In geologia: f. acquifera, v. acquifero; f. di detrito, accumulo di materiali rocciosi incoerenti che si forma al piede delle pareti rocciose; f. (o coltre) di ricoprimento o di carreggiamento o di sovrascorrimento, struttura tettonica derivante dallo spostamento e dalla traslazione di masse rocciose lungo superfici di scorrimento quasi orizzontali o debolmente inclinate, per cui sui terreni autoctoni si sovrappongono altri, alloctoni, diversi per caratteri litologici, età o facies. 2. Con sign. particolari: a. Lembo del vestito; spec., ciascuna delle due strisce che pendono dietro alcuni tipi di giubbe: le f. della marsina; e la giubba stessa: mettersi in falda o in falde, indossare l’abito (maschile) di gala; fig., attaccarsi alle f. di qualcuno, metterglisi d’attorno per averne aiuto, ricompensa. b. Veste liturgica pontificale di seta bianco-crema, con una lunga coda a strascico, che il papa indossava in passato nelle funzioni solenni sopra il rocchetto. c. Parte dell’armatura destinata a proteggere le reni, attaccata al fondo della schiena della corazza e costruita dello stesso metallo. d. Nel cappello, sinon. meno com. di tesa. e. Di un monte, la parte più vicina al piano, dove comincia la salita: alle f. del Monte Bianco; i gioghi opposti ... hanno anch’essi un po’ di f. coltivata (Manzoni). f. Ciascuna delle superfici in cui è diviso il tetto di un edificio, generalmente piana ma a volte anche conica o di altre forme curve; è delimitata inferiormente dalla linea di gronda (ove è posta la grondaia) e superiormente dalla linea di colmo (orizzontale) oppure da linee di displuvio o di compluvio (inclinate). 3. a. In macelleria, taglio di carne attaccata alla lombata e alla coscia. b. Parte dorsale della pelle di lepre conciata per farne cappelli. ◆ Dim. faldèlla (v.), faldétta (v.), faldina, faldino m.; accr. faldóna, e più com. faldóne m. (v.).