fallaciano
agg. Che ricorda gli argomenti e lo stile della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci; di Oriana Fallaci. ◆ La Fallaci si riferisce al suo polemico articolo, pubblicato quindici giorni fa, contro gli intellettuali francesi che l’avevano attaccata e accusata di razzismo. La scrittrice li aveva liquidati definendoli sprezzantemente «Moscardini», ossia quei giovani azzimati e reazionari che dopo la caduta di Robespierre imperversavano nei salotti parigini. Dietro quei «Muscadins» non è difficile riconoscere, tra l’altro, la figura di Bernard Henri Lévy, acerrimo nemico delle tesi fallaciane. (Giampiero Martinotti, Repubblica, 22 giugno 2002, p.44, Cultura) • Nel tritacarne fallaciano finiscono Jacques Chirac, Laurent Fabius e, soprattutto, José Luis Rodríguez Zapatero. (Foglio, 14 dicembre 2004, p. 1, Prima pagina) • dalla sortita romagnola del Cavaliere è venuta fuori persino un’idea. Molto semplice, ma molto forte: l’Italia deve essere cattolica e degli italiani, no all’Italia plurietnica che vuole la sinistra […] È un’idea che può piacere o meno (a chi scrive piace molto), ma che può essere criticata solo perché ha il coraggio di essere così politicamente scorretta. Così «fallaciana». (Fausto Carioti, Libero, 27 agosto 2006, p. 9, Italia).
Derivato dal nome proprio (Oriana) Fallaci con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.