famiglia
famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel sign. oggi più comune]. – 1. a. In senso ampio, comunità umana, diversamente caratterizzata nelle varie situazioni storiche e geografiche, ma in genere formata da persone legate fra loro da un rapporto di convivenza, di parentela, di affinità, che costituisce l’elemento fondamentale di ogni società, essendo essa finalizzata, nei suoi processi e nelle sue relazioni, alla perpetuazione della specie mediante la riproduzione (con sign. simile, il termine è spesso esteso anche al mondo animale: una f. di foche, di rondini, ecc.). Sotto l’aspetto antropologico e sociologico, la famiglia si definisce come gruppo sociale caratterizzato dalla residenza comune, dalla cooperazione economica, e dalla riproduzione: f. nucleare (o elementare), quella costituita dal solo nucleo fondamentale, ossia padre, madre e figli, o anche soltanto marito e moglie; f. ristretta, genericam. gruppo familiare di dimensione esigua, sia che si tratti di f. nucleare in senso proprio, sia che includa componenti non legati da vincoli di parentela; f. estesa (in contrapp. a quella nucleare), unità composta da più famiglie genealogicamente legate nell’ambito di due e anche tre generazioni: padri, figli, figli dei figli; per f. allargata, v. allargato; f. patriarcale, quella che, nei sistemi di discendenza patrilineari, è posta sotto l’autorità dell’ascendente più anziano (detto patriarca), per cui, in molte società, essa costituisce un’unità politica (analoga organizzazione non si riscontra nei sistemi di discendenza matrilineare, e il cosiddetto matriarcato rappresenta un’interpretazione teorica senza corrispondenza etnologica e storica); f. grande, gruppo familiare visto nella sua più ampia dimensione – i cui membri non hanno, necessariamente, una residenza comune –, comprendente oltre a persone genealogicamente legate anche persone di servizio, ospiti, ecc.; f. monogamica o poligamica, secondo che il gruppo familiare sia fondato su uno o su più vincoli matrimoniali: f. poliginica, in cui un uomo ha, nello stesso tempo, vincoli matrimoniali con più donne; f. poliandrica, quando più uomini hanno, nello stesso tempo, un vincolo matrimoniale con una sola donna. E considerando la famiglia come modello delle relazioni sociali, soprattutto con riferimento alle modificazioni che in esso vengono indotte dalle trasformazioni produttive e dai grandi fenomeni sociali: sociologia della f.; trasformazioni, crisi della f.; la f. rurale, contadina, urbana, operaia, borghese, ecc. Con il decadere della famiglia estesa, gli studî psicologici e in partic. quelli psicanalitici hanno accentrato il loro interesse soprattutto sulla famiglia nucleare, poiché in essa vengono maggiormente evidenziati i comportamenti sociali e le pulsioni individuali da cui emerge la formazione dell’identità personale sulla quale intervengono successivamente fattori culturali e sociali (per la terapia della f., o terapia familiare, v. terapia). b. Nel linguaggio com. e in senso stretto, il «nucleo familiare» composto dai coniugi (o comunque da una coppia di persone che convivono more uxorio, senza essere legate dal vincolo matrimoniale, nel quale caso si parla in diritto di f. di fatto, in contrapp. alla f. legittima, fondata sul matrimonio), dai figli, ed eventualmente dagli ascendenti o collaterali che con essi coabitano: una f. numerosa; f. povera, agiata; farsi una f., o mettere su famiglia, sposandosi e iniziando così una convivenza coniugale; avere famiglia, moglie e, generalmente, figli (con uso partic., ho famiglia, e più spesso, con un meridionalismo, tengo famiglia, frase a cui talora fanno ricorso – o che viene assunta, in tono iron. o polemico, a motto simbolico di un costume – coloro che vogliono giustificare comportamenti opportunistici o che, in altre situazioni, cercano di ottenere clemenza, col pretesto di reali o mentite esigenze e responsabilità familiari); essere senza famiglia; mantenere la f., provvedere alla f.; essere carico di famiglia, avere una grossa f. sulle spalle; legami, vincoli, interessi, impegni, doveri, e cure, pensieri di famiglia; le gioie, gli affetti, e i pesi, gli oneri, le preoccupazioni della f.; festa, lutto di famiglia, comune a tutti i suoi componenti; ant., governo della f., l’insieme delle cure familiari, sia economiche sia morali; prov., chi vuol bella f. cominci dalla figlia, augurio e frase di consolazione a chi ha per primo figlio una bambina. Sacra f., quella di Gesù, la Madonna e s. Giuseppe, anche in quanto oggetto di raffigurazione d’arte: la «Sacra F.» di Michelangelo; in tono scherz.: ecco il sor Antonio che arriva con tutta la sua sacra famiglia. Con riferimento ai singoli componenti del nucleo: padre di f. (v. padre e pater familias); anche, ma solo nell’uso com., madre di f., figlio di f., di solito con aggettivi che ne specificano le qualità o la condizione: una povera, o un’ottima, madre di f.; un buon figlio di f.; con accezione partic., figlio di f., minorenne soggetto alla potestà dei genitori, che non ha perciò ancora indipendenza economica, o che è particolarmente curato e viziato dai genitori: finché è figlio di f. non ha certo voglia di cercare lavoro. c. In statistica, insieme delle persone abitualmente conviventi in un’abitazione individuale (è una determinazione amministrativa cui si fa riferimento, per es., nei censimenti). Con riguardo più propriamente agli effetti giuridici dell’unione familiare: diritto di f., l’insieme delle norme giuridiche concernenti l’istituto familiare, sia come istituzione sociale sia come vincolo reciproco che corre tra due o più persone, anche indipendentemente dalla convivenza, e che è produttivo di determinati effetti giuridici; capo f. (v. capofamiglia); consiglio di f., riunione dei membri responsabili della famiglia per discutere insieme problemi di comune interesse; anche in senso generico e scherz.: il papà e la mamma hanno tenuto consiglio di f. e hanno deciso di limitare l’invito a poche persone (in passato, il consiglio di f. era un organo composto da quattro membri consulenti, dal tutore e dal protutore, e presieduto dal pretore, che esercitava funzioni direttive e di controllo sulla gestione tutelare); stato di f., la condizione di una persona considerata come membro della famiglia, e anche (più com.) il certificato anagrafico che attesta tale condizione e la posizione rispetto agli altri membri: richiedere, rilasciare, presentare lo stato di f.; foglio di f., il modulo generalmente usato per il censimento generale della popolazione; imposta di f., imposta comunale progressiva, ora abolita, che colpiva il reddito complessivo di ogni famiglia costituita di parenti stretti conviventi nella stessa casa e costituenti un’unità economica familiare, o anche persone sole. Nella mezzadria, f. colonica, aggregato familiare di contadini, organizzato sotto un capoccia per la conduzione del fondo, e la cui composizione, quale risultava nel libretto colonico, non poteva essere modificata senza il consenso del proprietario del terreno. In economia, da un punto di vista microeconomico, la famiglia è considerata l’unità di consumo standard (per cui, quando si parla di consumi individuali, si fa spesso riferimento ai consumi familiari); da un punto di vista macroeconomico, sono prese in considerazione le famiglie come aggregato (in contrapp. alle imprese e al settore pubblico), per riferirsi ai comportamenti dei percettori di reddito: il risparmio delle famiglie. d. Con riguardo all’intimità della famiglia, al focolare domestico: vivere, stare in f.; allontanarsi dalla f.; tornare in f.; vita di f., ritirata; un uomo tutto f., che vive in famiglia e per la famiglia e non si cura d’altro; essere di f., persona intrinseca alla famiglia, benché non dello stesso sangue; sentirsi in f., o come in f., stare a proprio agio fra persone di indole, carattere, gusti affini ai proprî e alle quali si è comunque legati da sentimenti di affetto e simpatia; siamo (o eravamo, ecc.) una f., o come una f., di persone che, pur non essendo legate da vincoli di parentela, vivono, per ragioni di lavoro o per altra attività comune, a continuo contatto e in consuetudine (anche d’affetto, di mutua assistenza) quasi familiare; educare un figlio in f., in casa; trattare le cose in f., privatamente; i panni sporchi vanno lavati in f., le cose spiacevoli non si devono portare in piazza. 2. Complesso delle persone che si riconoscono discendenti da un antenato comune: un’antica, un’illustre f.; essere di f. nobile, patrizia; essere di buona f., di elevata condizione sociale; una f. decaduta; l’origine, la discendenza d’una f.; le tradizioni, le glorie della f.; la f. si continua, si dirama, s’estingue; fattezze, fisionomia di f. (e fam. aria, tipo, stampo di f.); virtù, vizî di f., ereditarî, tradizionali nella casata; fig. scherz., càpita nelle migliori f., a proposito di fatto spiacevole, ma consueto. In partic., f. reale, imperiale, ducale, e sim., quella del re, dell’imperatore, del duca, ecc.; patto di f., patto tra regnanti riguardo a relazioni dinastiche, riferito soprattutto ai trattati stipulati nel sec. 18° (1733, 1743, 1761) tra i varî rami della famiglia dei Borboni, regnanti su troni diversi, allo scopo di garantirsi aiuto reciproco contro nemici comuni. F. d’arte, famiglia in cui si susseguono più generazioni di artisti dediti alla stessa forma d’arte (attori, musicisti, cantanti, pittori, ecc.). 3. Nel medioevo (dal primo sign. che la parola ebbe in latino), il complesso dei non liberi che abitavano su terre altrui ed erano soggetti alla potestà del medesimo padrone; di qui, con uso prolungatosi sino ad oggi, ma non com., il complesso delle persone al servizio o al seguito di una casa o di una persona: teneva costui, sì come nobile uomo e ricco, molta f. e cani (Boccaccio); le mancie che si dovranno lasciare alla f. de’ miei ospiti (Leopardi); morto lui, il nuovo padrone, dando lo sfratto a tutta la f., e facendo brigata nuova, aveva però ritenuto quel servitore (Manzoni); la f. d’un cardinale; f. pontificia (v. pontificio); la f. del giudice, del rettore, del bargello e sim., gli sbirri, le persone addette alla giustizia. Da questo sign. della parola hanno origine anche le locuz., ormai ant., vino da f., roba da f. (o tipo f.), di qualità inferiore, di seconda scelta, propr. per la servitù: v’ho dimostrato ... che questo non sia vin da f. (Boccaccio); hanno invece il sign. più comune le espressioni confezione famiglia, formato famiglia (o tipo famiglia) che, nella vendita di prodotti soprattutto alimentari, indicano confezioni o quantitativi adatti ai bisogni di una famiglia media anziché di persona singola. In senso fig.: zephiro torna, e ’ l bel tempo rimena, E i fiori e l’erbe, sua dolce f. (Petrarca), cioè il suo seguito, la sua compagnia. 4. estens. e fig. a. Gruppo o comunità di persone che hanno tra loro vincoli o rapporti di affinità, anche ideale, o che sono associate da interessi o finalità comuni, o che svolgono socialmente determinate attività politiche, economiche, religiose, ecc.: Vidi ’l maestro di color che sanno Seder tra filosofica f. (Dante), in mezzo a un gruppo di filosofi; Dal ‘voi’ che prima a Roma s’offerie, In che la sua f. [i cittadini di Roma] men persevra (Dante); la f. italiana, anglosassone, europea, e in senso più ampio la f. umana; la f. piemontese, la f. romagnola, la f. modenese, ecc. nome assunto da associazioni o sodalizî di corregionali o concittadini che per ragioni di lavoro o in seguito a trasferimento vivono in una città d’altra regione (con sign. analogo a colonia); scrittori, poeti, artisti d’una stessa f., di uno stesso gruppo o scuola, o, più genericam., di gusto o d’indirizzo affine (e così f. di scrittori, ecc.); di ordini religiosi o loro diramazioni: la f. dei francescani, dei benedettini; i fondatori delle quattro celebri f. mendicanti (P. S. Pallavicino). Analogam., di animali e piante: ove più il Sole Per me alla terra non fecondi questa Bella d’erbe famiglia e d’animali (Foscolo). b. Nel gergo della mafia, associazione mafiosa costituita in genere da componenti, parenti e amici d’una stessa famiglia, che rappresenta il raggruppamento immediatamente inferiore alla cosca. c. Gruppo, aggruppamento di cose, anche immateriali o astratte, tra loro affini: f. linguistica, di lingue cioè che discendono da una comune origine; f. di vocaboli, che hanno affinità etimologica; f. di sinonimi; in filologia, f. di codici, serie di manoscritti che derivano da un comune archetipo (derivazione provata dalla presenza di almeno un errore significativo comune a tutti i manoscritti della serie). Nella storia della ceramica, serie o tipo di maioliche che presentano gli stessi motivi decorativi e il predominio di un colore che dà appunto il nome alla serie (f. verde, f. rosa, f. gialla, ecc.). 5. Con sign. più strettamente tecnici: a. In musica, gruppo di strumenti della stessa specie, ma di diversa ampiezza e quindi di diversa estensione: la f. degli archi, dei legni, degli ottoni, delle percussioni. b. Nelle classificazioni zoologica e botanica, categoria sistematica superiore al genere e inferiore all’ordine; comprende di solito più generi affini. Il nome della famiglia si forma, nella terminologia latina scientifica, aggiungendo la desinenza -aceae in botanica e -idae in zoologia (rispettivam. -acee e -idi nelle denominazioni italianizzate) al nome del genere principale; in botanica, peraltro, alcune famiglie hanno nomi tradizionali, non formati secondo detta regola (per es., composite, ombrellifere, palme, ecc.). c. In petrografia, gruppo di rocce aventi gli stessi componenti essenziali; per es., la f. dei graniti, caratterizzata dalla presenza dei tre elementi essenziali quarzo, ortoclasio, mica. d. In chimica, nella classificazione periodica degli elementi, si dice famiglia un gruppo di elementi, compresi in un periodo, che abbiano tra loro proprietà affini; più specificamente, f. radioattiva, il complesso degli elementi che si ottengono da un elemento radioattivo per successive disintegrazioni; sono famiglie radioattive naturali quelle che hanno per capostipiti l’uranio, l’attinio e il torio. e. In tipografia, famiglia di caratteri, l’insieme delle serie (chiaro, corsivo, maiuscoletto, ecc.) dei caratteri alfabetici di un determinato disegno e stile, nei loro varî corpi: la f. dei caratteri bodoniani, del carattere latino antico, dei caratteri a bastone, ecc. f. In matematica, insieme di enti che godono delle stesse o di analoghe proprietà, che hanno caratteri comuni, ecc.: la f. delle coniche, la f. delle curve rettificabili, la f. delle funzioni integrabili. ◆ Dim. famigliòla (letter. famigliuòla), famiglia piccola, composta di poche persone (ma più spesso esprime il legame d’affetto che stringe insieme i varî membri della famiglia); rari il dim. famiglina e il vezz. o spreg. famigliùccia; accr. famiglióna, famiglia grossa, molto numerosa; pegg. famigliàccia.