famiglia lunga
loc. s.le f. Famiglia nella quale si integra e si valorizza l’esperienza delle generazioni più anziane, chiamate a collaborare e a partecipare all’educazione dei più giovani, a causa del ritmo di vita sempre più intenso e frenetico dei genitori; usato anche come equivalente dell’espressione «famiglia allungata». ◆ Pendolari i padri e le madri da casa verso l’ufficio o la fabbrica e pendolari i nonni da casa loro a casa dei figli e viceversa. Questa è infatti una singolare caratteristica della nuova «famiglia lunga» bidislocata. I nonni, siano essi per vicende della vita «single» o a coppia, molto spesso non abitano con figli e nipoti. Vanno e vengono secondo le esigenze dei familiari-utenti. (Gaspare Barbiellini Amidei, Corriere della sera, 31 marzo 2004, p. 47, Lombardia) • Nuove generazioni e nuove domande di informazioni e cultura. La giovinezza s’è fatta incerta, indefinita, ambigua. Si prolunga con gli ostinati Peter Pan. Rinvia le responsabilità dei ruoli adulti con la «famiglia lunga», dalla quale emanciparsi il più tardi possibile. (Alberto Sinigaglia, Stampa, 27 agosto 2005, Tuttolibri, p. 7) • sarebbe ingeneroso sostenere che il fenomeno della «famiglia lunga» sia solo il prodotto del mammismo all’italiana. C’è anche la latitanza di una politica per i giovani, che secondo il rapporto [dell’Istituto Iard] dovrebbe essere incardinata almeno su tre misure: il taglio della lunghezza abnorme dei percorsi di formazione, ad esempio riducendo il fenomeno dei fuori corso all’università; l’istituzione di facilitazioni per l’accesso al mercato delle abitazioni, con edilizia agevolata e mutui per coppie giovani; oltre, naturalmente, alla creazione di meccanismi più efficaci per l’ingresso nel mercato del lavoro, dove oggi si entra in modo stabile solo a 38 anni. (Alberto Statera, Repubblica, 19 novembre 2007, Affari & Finanza, p. 10).
Composto dal s. f. famiglia e dall’agg. lungo.
Già attestato nella Repubblica del 7 dicembre 1985, p. 8 (Massimo Bucchi).