fanagottone
(fanigottone, faniguttùn), s. m. Fannullone, chi non è capace di realizzare nulla. ◆ Cosa faranno adesso Marco Follini, Bruno Tabacci e tutti quegli altri «faniguttùn» che «non hanno mai messo piede in una vera azienda, nel mondo del lavoro e hanno soltanto chiacchierato nella loro vita» e si rifiutano di riconoscere in lui [Silvio Berlusconi], maledetti irriconoscenti, la fata Smemorina che «li ha presi zucche e trasformati in principi» ? (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 19 aprile 2005, p. 9, Politica) • è vero che la sua strategia appare antimoderna, tutta rivolta al passato, ripiegata in un’Italia dell’odio politico; eppure [Silvio] Berlusconi è convinto che funzionerà. Perché mobiliterà […] l’avversione per l’ideologia che ha provocato «miseria, terrore e morte», radunando ancora le pulsioni familiste e indirizzandole populisticamente contro il settore pubblico, la magistratura, la burocrazia, il sindacato, i «fanagottoni» di partito, le cooperative rosse, l’Unipol. (Edmondo Berselli, Repubblica, 23 gennaio 2006, p. 1, Prima pagina) • Dopo soli due anni, vissuti allegramente, il fanigottone è improvvisamente diventato, per i suoi stessi scarriolati compagni, impresentabile e sconcio come un cassone di pattume. E così, nella combriccola dei buoni a nulla, come Marco Pannella chiama quelli del Pd, è cominciata la gara a buttare giù l’Alfonso [Pecoraro Scanio]. (Luigi Santambrogio, Libero, 6 aprile 2008, p. 7, Primo piano).
Dal milanese fanagott o fanigutùn.
Già attestato nella Repubblica del 15 maggio 1984, p. 7 (Giorgio Bocca), nella variante fanigottone.