fantamedicina
s. f. Medicina fantascientifica, che non ha riscontro nelle conoscenze acquisite. ◆ Quella che fino a poco tempo fa era semplice fantamedicina, è diventata oggetto di studi avanzati nell’istituto di ricerche cardiovascolari del New York medical college. (Messaggero, 27 agosto 2001, p. 6, Primo piano) • «Si muore di meno -- dice Massimo Volpe, presidente della Siprec, Università di Roma La Sapienza-Ospedale Sant’Andrea -- ma i malati non calano, anzi crescono i ricoveri per infarto. La donna sta raggiungendo l’uomo sulla via dell’infarto, solo pochi anni fa sembrava fantamedicina. È la prevenzione che manca». (R. Ita., Stampa, 8 marzo 2006, p. 15, Cronache Italiane) • Chi propone ai futuri genitori la conservazione per sé parla di una «assicurazione sulla vita» del figlio. È solo uno slogan? «Sono solo ipotesi futuribili, non dimostrate scientificamente. Si sente parlare dell’uso delle cellule staminali per terapie riparative per malattie come Alzheimer, Parkinson, infarto: a parte che è da dimostrare che funzionino, e, a quel punto, peraltro, si potrebbero usare le cellule staminali emopoietiche che ciascuno ha nel midollo osseo. Purtroppo per questi impieghi di “fantamedicina” si rischia di demolire tutto quanto consente di salvare già oggi un numero consistente di bambini e di adulti affetti da gravi malattie e per i quali il trapianto talvolta è l’unica speranza» [Franco Locatelli intervistato da Enrico Negrotti]. (Avvenire, 19 giugno 2008, p. 19, È vita).
Composto dal confisso fanta-2 aggiunto al s. f. medicina.
Già attestato nel Corriere della sera del 13 marzo 1992, p. 50 (Giorgio Ieranò).