fantathriller
(fanta-thriller), s. m. inv. Romanzo o film che abbina elementi fantascientifici a quelli propri del genere thriller. ◆ Preconizzando le autostrade digitali delle connessioni broadband, Archigram teorizzò la libertà di connessione internet, arrivando addirittura a ipotizzare l’interazione elettronica come effetto di immaginari paraphernalia robotici, di sensori audio-visivi, di protesi e seconde pelli «intelligenti»: sembrerebbe tagliato su misura per Jobe Smith, il «tagliaerbe» dell’omonimo fanta-thriller, (Sole 24 Ore, 16 aprile 2000, p. 43, Materiali e idee) • nel metafisico fantathriller del danese Henrik Stangerup (1937-1998) [«L’uomo che voleva essere colpevole»], legioni di sociologi e psicologi, assolutamente anni Settanta, dichiarano guerra al germe dell’individualismo, promuovono l’integrazione del singolo nella comunità e dichiarano che le massime virtù dell’uomo risiedono nel «sentimento di solidarietà» e nella capacità di «ascoltare». (Foglio, 24 aprile 2001, p. 3) • Il fantathriller di [Achille] Maccapani si dipana nell’estremo Ponente ligure, tra Dolceacqua, Apricale, Ventimiglia, con qualche digressione a Milano e all’Ile de Porquerolles, in Francia. Mentre Genova si prepara al G8 del 2001, tra allarmi e tensioni, a Dolceacqua viene ritrovato il cadavere di uno sconosciuto. Chi è il morto? (Stampa, 20 maggio 2007, Imperia, p. 81).
Composto dal confisso fanta-2 aggiunto al s. ingl. thriller.
Già attestato nel Corriere della sera del 26 agosto 1995, p. 29 (Maurizio Porro).