fare lobby
loc. v.le Esercitare pressioni in modo organizzato. ◆ Per ora, comunque, questo presunto malcontento non pare essersi concretizzato in un plebiscito verso qualche nome. C’è stata, è vero, la proposta degli imprenditori veneti, resa ufficiale ieri dal loro presidente Nicola Tognana, di candidare il napoletano [Antonio] D’Amato («Il candidato che con più determinazione intende avviare una fase di cambiamento del modo di Confindustria di fare lobby», è la motivazione), così come molti di quanti ieri sono sfilati in Assolombarda […] hanno fatto il nome di [Carlo] Callieri ma anche quello di [Italo] Benedini che ha smentito l’ipotesi di un suo imminente ritiro dalla gara: (A. Z., Stampa, 1° febbraio 2000, p. 18, Economia) • Il Comune, approfittando della partecipazione di molti sindaci all’assemblea dell’Anci, tenuta alla Fiera, ha fatto lobby e cercato adesioni alla sua proposta di voto municipale per gli immigrati stranieri, con risposte favorevoli da Venezia, Cosenza e Ancona. Sono tutte prove che i genovesi, malgrado la loro ostica fama, rappresentano una comunità aperta, coerente con le sue tradizioni cosmopolite. (Giulio Anselmi, Repubblica, 12 novembre 2004, Genova, p. I) • Ha suscitato sconcerto e indignazione nella Comunità ebraica di Roma la «lista nera» pubblicata da un blog contenente i nomi di 162 professori ebrei della Sapienza e di altre università italiane accusati di «fare lobby». (Osservatore romano, 9 febbraio 2008, p. 2).
Espressione composta dal v. tr. fare e dal s. f. inv. lobby, di origine ingl.
Già attestato nella Repubblica del 27 luglio 1984, p. 7, Politica estera (Paolo Valentino).