farmacogenomica
s. f. L’applicazione delle tecniche e dei metodi della genomica per individuare i geni associati a specifici fenomeni patologici e per studiare le cause della diversa risposta individuale ai trattamenti farmacologici. ◆ Infine, conoscere le alterazioni del Dna connesse con le varie patologie tumorali ci offre le basi per creare quei farmaci (cosiddetti «intelligenti») che vanno a colpire solo le cellule tumorali lasciando intatte le cellule normali. Il processo per costruire questi nuovi farmaci (farmacogenomica) è complesso e costoso e molte industrie farmaceutiche stanno investendo molto in questo settore. (Umberto Veronesi, Repubblica, 31 dicembre 2003, p. 41, Diario) • Tante le cifre su diversi aspetti dell’assistenza sanitaria: oncologia, assistenza domiciliare integrata, terapia del dolore, ricerca in proteomica e farmacogenomica, donazione di sangue, attività ospedaliera (tratta dalle schede di dimissione), emergenza e pronto soccorso, costi dei livelli essenziali di assistenza, finanziamento del Ssn, attività di donazione e trapianto di organo, centrale del 118, liste d’attesa, farmaci, copertura vaccinale infantile. (Enrico Negrotti, Avvenire, 5 maggio 2004, p. 12, Oggi Italia) • A ciascuno il suo (farmaco)? È questa, per semplificare, la scommessa della farmacogenomica: conoscendo i fattori genetici di ogni individuo, si potrà giungere a farmaci personalizzati, un po’ come le antiche preparazioni magistrali, composte dal medico o dal farmacista in dosi, studiate e adattate ad un particolare paziente. Ma qui a dettare legge sono le caratteristiche genetiche, responsabili di reazioni «avverse» -- come si dice -- ai farmaci: (Eugenia Tognotti, Stampa, 16 aprile 2008, Tuttoscienze, p. 1).
Composto dal confisso farmaco- aggiunto al s. f. genomica, ricalcando l’espressione ing. pharmacogenomics.
Già attestato nel Corriere della sera del 17 gennaio 1999, Corriere Salute, p. 9 (Giuseppe Gaudenzi).