faro
s. m. [dal lat. pharus, gr. ϕάρος, dal nome dell’isolotto di Faro sulla costa egiziana, sul quale fu costruito nel 3° sec. a. C. il faro di Alessandria]. – 1. a. Strumento di segnalazione luminosa, costituito da un proiettore di luce bianca o rossa o verde, con una portata dalle 10 alle 40 miglia, di solito impiantato in una solida costruzione a torre o in altro apposito edificio, sui punti più visibili della costa (estremità dei moli, promontorî, scogli), per servire come punto fisso di riferimento nella navigazione notturna; si dice caratteristica di un f. il tipo di emissione luminosa (continua o intermittente) e la sua portata. In alcuni casi è montato su un galleggiante (battello-faro, nave-faro). b. La torre stessa su cui il faro è impiantato; per estens., monumento edificato a scopo celebrativo o commemorativo, nel quale l’elemento terminale è un fanale (esempio notissimo il faro di New York, in forma di colossale figura femminile, nota come la «statua della Libertà»). Nell’uso ital., si chiamò faro per antonomasia quello di Messina, per indicare lo Stretto in frasi come: le due Sicilie, di qua e di là dal F., e sim. 2. Per analogia: a. Nome dei dispositivi luminosi usati in aeronautica per segnalazioni tra l’aereo e la terra, per favorire le operazioni di volo, per avvertire della presenza di un ostacolo, ecc. In partic.: f. di aerodromo, quello che segnala la posizione di un aeroporto; f. di atterramento, proiettore installato negli aeromobili entro il bordo d’attacco dell’ala per illuminare il terreno raso terra nell’atterraggio notturno; f. d’identificazione, faro che, in particolari punti di riferimento a terra, emette un segnale in codice che ne consente l’identificazione; f. di pericolo, proiettore che segnala da terra un pericolo per la navigazione aerea. b. Al plur., nome dato comunem. ai proiettori luminosi delle locomotive e, soprattutto, degli autoveicoli: accendere, spegnere i f.; f. abbaglianti, anabbaglianti; essere accecato dai f. di un veicolo viaggiante in senso contrario. 3. fig., letter. Guida, lume: la Grecia fu f. di civiltà alle genti. ◆ Dim. farétto, anche con accezione propria (v. la voce).