fatto2
fatto2 s. m. [lat. factum, propr. part. pass. sostantivato di facĕre «fare»]. – 1. a. Avvenimento, azione, fenomeno, ciò che si compie o si è compiuto: assistere, essere presente al f.; mi è capitato un f. strano, un f. curioso; il più gran f. dell’anno; f. umani; è successo un brutto f.; un f. mostruoso, funesto, orribile; un f. glorioso, memorando; il f. sta così e così, sta in questi termini; f. compiuto, già avvenuto, che non può quindi più essere impedito o modificato, davanti al quale non resta che troncare ogni questione: mettere un governo, una persona, davanti al f. compiuto. Determinando meglio la natura dell’avvenimento, o il settore, la disciplina in cui l’avvenimento o il fenomeno ha particolare interesse: f. naturali, f. storici; f. economici, amministrativi, linguistici; f. giuridicamente rilevanti o irrilevanti. Locuz. speciali: f. d’arme, scontro d’armati (più di scaramuccia, meno di battaglia); f. di cronaca (v. cronaca, n. 2); f. di sangue, ferimento, assassinio. b. La vicenda, l’intreccio, il contenuto di un’opera d’arte (racconto, romanzo, commedia, ecc.) o di una pellicola cinematografica: il f. si svolge in una cittadina di provincia; tu che hai visto il film, raccontami il fatto. c. Con sign. generico, serve a introdurre l’enunciazione di un avvenimento o la constatazione di una realtà, espresse mediante un complemento (il f. di ...) o una proposizione (il f. che ...): il f. della sua tragica morte ha destato profonda commozione; il f. che sia capoufficio non è una buona ragione perché tratti tutti con arroganza; questo dipende dal f. che ...; ciò si spiega con il f. che ... 2. Affare, interesse, ciò che riguarda direttamente ed esclusivamente una persona, una famiglia, un ente: spaventato, mentre attendeva tranquillamente a’ f. suoi (Manzoni); questi son f. miei; bada ai f. tuoi; non v’immischiate nei f. altrui; vada per i f. suoi!; non s’impicci dei f. che non la riguardano; raccontare in giro i f. di casa; fare il f. suo, il proprio utile; sapere il f. suo, ciò che occorre sapere e anche di più (quindi, uno che sa il f. suo, ben preparato ai cómpiti che deve svolgere, e perciò anche sicuro di sé); essere sicuro del f. suo, non avere dubbî su ciò che si afferma o si vuole, o su ciò che s’intende fare; dire il f. suo, esporre il proprio caso, o sfogarsi (in tutte queste espressioni, il f. suo equivale a il f. proprio); dire a qualcuno il f. suo, dirgli rudemente ciò che si pensa di lui; dare a qualcuno il f. suo, quel che si merita; intervento per f. personale, chiedere la parola per f. personale, di parlamentari che prendono o chiedono la parola per chiarire o rettificare o controbattere affermazioni o riferimenti fatti da loro colleghi in aula e che li riguardano personalmente (per estens., anche di altre persone in riunioni o assemblee); non per sapere i f. tuoi ..., facendo una domanda che potrebbe parere indiscreta: non per sapere i f. suoi, ma quant’è il suo stipendio? 3. a. Ciò che ha consistenza vera e reale, in opposizione a ciò che non è concreto, tangibile, sicuro: molte volte al f. il dir vien meno (Dante); fatti vogliamo, fatti e non parole!; loro vi danno le promesse, noi vi diamo i f.; venire al f. o ai f., a ciò che veramente importa, alla cosa concreta: lasciamo le chiacchiere e veniamo al f.; sì, ho capito, ma veniamo ai f.; i f. parlano chiaro, sono incontrovertibili, non ammettono dubbî; non ci crederai, ma è un f. (e come conclusione, spesso polemica: questo è un f.!, la realtà è questa, e non può essere negata); esigere le prove di fatto; alla prova dei f. si vedrà se ho torto o ragione; venire, passare a vie di fatto, ad atti di violenza; come locuz. aggettivale invar., di fatto, effettivo (in contrapp. a nominale, teorico, ipotetico e sim.): è una situazione di f.; vogliamo un governo di f.; era ormai una dittatura di f. (o, con valore avverbiale: era di f. una dittatura; e così: voleva apparire forte, ma di f. era sfinito). Proverbî: buone parole e cattivi f. ingannano i savî e i matti; dal detto al f. c’è un gran tratto; parole non fanno fatti. b. Pleonasticamente, per introdurre con più efficacia un’affermazione o anche una semplice constatazione: il f. è che sono stufo d’aspettare; fatto si è che venni via prima del tempo; è un f. che il mondo d’oggi non è più quello dei nostri nonni; come e dove li abbia spesi non lo so, fatto sta che son rimasto senza un soldo; burocr., sta in fatti che ..., è provato. 4. Nel linguaggio giur., qualunque circostanza che il diritto prende in considerazione e alla quale collega particolari effetti giuridici. In partic., nel diritto civile, ogni evento che determina la nascita, la modificazione e l’estinzione dei diritti soggettivi, dei rapporti giuridici e delle situazioni giuridiche soggettive in genere. Nel diritto penale, il complesso degli elementi oggettivi del reato, cioè la condotta (azione o omissione), l’evento e il rapporto di causalità: assolto per non aver commesso il f.; impropriam., è usato talora come sinon. di reato, comprendendo anche l’elemento soggettivo e intenzionale. Nel diritto processuale civile, f. irrilevanti, quelli la cui prova o dimostrazione non ha effettiva utilità per l’azione o eccezione cui si riferiscano. In contrapp. a di diritto, la locuz. di fatto è usata per qualificare le questioni trattate in un processo quando il problema riguarda soltanto l’esistenza o inesistenza dell’evento, dei suoi caratteri e modalità, e non l’applicazione delle norme giuridiche in relazione all’evento stesso: motivi, questioni di fatto; giudizio di diritto e giudizio di fatto (alla Corte di cassazione, per es., spetta di giudicare dell’applicazione delle norme giuridiche da parte dei giudici di primo e secondo grado, di esprimere cioè un giudizio di diritto, e non di pronunciarsi in merito all’accertamento dei fatti da parte loro, di esprimere cioè un proprio giudizio di fatto). 5. Locuz. avverbiali: gran f. (letter.), molto, troppo (in frasi negative): lo stato di cose preesistente non è modificato gran f.; non aveva gran f. pensato agli obblighi e ai nobili fini del ministero al quale si dedicava (Manzoni); sul f., nell’atto stesso: un ladro còlto sul f.; in fatti, v. infatti; di fatti, v. difatti. Come locuz. prepositiva, in fatto di, in quanto a: s’intenderà poco di cucina, ma in f. di vini ha una vera cultura; in f. di bugie, non ne trovi due come lui. ◆ Dim. fatterèllo (o fattarèllo), fatto di poca importanza, più curioso che altro: ti voglio raccontare un fatterello; non è una storia, è un seguito di fatterelli mal cuciti. Pegg. fattàccio, molto com. per indicare fatti «di cronaca nera», cioè episodî delittuosi, atti di violenza, di teppismo (spesso con intonazione scherz.): dov’è avvenuto il fattaccio?; leggere i particolari del fattaccio.