fattura
s. f. [lat. factūra, der. di facĕre «fare»]. – 1. a. Il lavoro occorrente per la realizzazione di un oggetto (fatto o confezionato a mano): f. di un paio di scarpe; f. di un vaso di terracotta; la f. del vestito richiederà una settimana; salario a fattura, salario a cottimo. Anche in relazione al costo: mi è costata cara la f.; sono trecento euro di sola fattura, senza contare la stoffa. b. La maniera in cui un oggetto, un lavoro è fatto: edificio di nobilissima f.; opera d’arte di pregevole f. o pregevole per f.; sonetto di squisita fattura. 2. a. La nota delle spese o del compenso dovuto per una prestazione: Freud ha inventato un nuovo modo di incontrare la gente. Si riceve la visita di qualcuno; si fa conoscenza; si emette f.; lo si congeda (Tiziano Scarpa); inviare una f.; pagherete al ricevimento della f.; una f. per 200 euro; f. del sarto, del vetraio, della libreria; richiedere, esigere la f., farsi rilasciare la f., anche da un professionista, o dall’amministrazione di un albergo, dal proprietario di un ristorante, soprattutto come documento (diverso dalla semplice ricevuta) per ottenere il rimborso delle spese, o per motivi fiscali. In partic., f. commerciale, documento che il venditore trasmette al compratore, con la distinta delle merci vendute e le condizioni relative al prezzo e al pagamento; f. definitiva o finale, quella compilata quando siano conosciuti in forma definitiva tutti gli elementi della merce consegnata o spedita; f. di consegna, emessa dal committente sul commissionario a comprova della spedizione in consegna della merce per la vendita; f. di deposito, emessa da una ditta sul suo rappresentante depositario a comprova della merce speditagli in conto deposito; f. pro forma, contenente il conteggio completo di costo e spese inviato da una ditta a un supposto compratore per dargli la notizia esatta del prezzo unitario o complessivo della merce rapportato al luogo di destinazione e alla moneta di pagamento; f. simulata, contenente dati diversi dai veri, che viene inviata dal venditore al compratore per consentirgli di servirsene per sue particolari esigenze (l’espressione è talvolta usata anche come sinon. di f. pro forma). b. Il modulo stampato, predisposto per la compilazione della nota stessa: blocco di fatture. c. Nel linguaggio di banca e di altri uffici: f. di versamento, distinta dei valori, denaro, assegni, titoli, ecc., che si versano a qualsiasi titolo alla cassa di una banca o di un ufficio pubblico; f. estimativa, bollettino di perizia rilasciato da un fiduciario di una banca, incaricato di accertare il valore della merce depositata ai fini di un’anticipazione su fede di deposito. 3. La cosa fatta: codesta non è mia f., non è opera mia, fatta da me; per lo più in contrapp. a fattore (quindi, in genere, sinon. di creatura): Tu se’ colei che l’umana natura Nobilitasti sì, che ’l suo fattore Non disdegnò di farsi sua f. (Dante); questo mio è sogno, e tu altro non sei che f. de la mia imaginazione (T. Tasso); avevano usato gli Dei negli antichi tempi ... visitare alcuna volta le proprie f. (Leopardi). 4. Stregoneria, malìa, incantesimo: compiere fatture; per f. malefica la reina pareva strana dall’amore del suo marito (M. Villani). ◆ Dim. fatturina, soprattutto come nota di spesa: c’è una fatturina da pagare al sarto; se, con suo comodo, volesse saldarmi quella fatturina ...