felce
félce s. f. [lat. fĭlix (o fĭlex) -lĭcis]. – Nome con cui si indicano le varie piante di una classe delle pteridofite, che ha in ital. la denominazione di felci e in lat. scient. quella di Filicatae o Filicopsida: sono tutte perenni, a generazione alternante, sparse ovunque, con prevalenza nelle regioni caldo-umide, distinte in circa 10.000 specie, comprendenti piante nane, alte pochi millimetri, e piante arboree, che raggiungono anche i 20 m di altezza. Fra le più note: la f. aquilina o comune o maggiore (lat. scient. Pteridium aquilinum), a rizoma ramoso, foglie lunghe anche più di due metri, molto divise, cosmopolita, frequente anche in Italia in boschi e radure; la f. dolce o quercina, detta anche polipodio, liquirizia falsa o dei boschi o dei muri (Polypodium vulgare), a rizoma superficiale, ramoso, foglie lunghe 10-30 cm, quasi cosmopolita, frequente in Italia in boschi, rupi, muri ombrosi, il cui rizoma si usa nella medicina popolare e ha sapore di liquirizia: la f. femmina (Athyrium filix-foemina), a fronde oblungo-lanceolate, divise più volte, coltivata spesso nei giardini; la f. florida (Osmunda regalis), la più maestosa felce d’Europa, con fusto aereo alto anche parecchi decimetri, foglie lunghe un metro o più, con lobi ampî, spontanea in luoghi acquitrinosi e al margine di acque correnti, oltre che coltivata nei giardini; la f. maschio (Dryopteris filix-mas), a rizoma breve, obliquo, coperto dalle basi persistenti dei piccioli, con foglie a rosetta, doppiamente pennatosette, quasi cosmopolita, comune in Italia nei boschi; la f. maschio minore (Polystichum aculeatum), usata per decorare mazzi di fiori, molto simile alla felce maschio, con la quale cresce spesso insieme. F. acquatiche, sottoclasse di felci, sinon. di idropteridi.