felice agg. [lat. felix -īcis, dalla stessa radice di fecundus, quindi propr. "fertile"]. - 1. a. [che si sente pienamente soddisfatto nei propri desideri: vivere f.] ≈ appagato, contento, lieto. ↑ beato. ↔ afflitto, infelice, scontento. b. [in formule di cortesia, con la prep. di: f. di conoscerla] ≈ (molto) lieto. 2. (estens.) a. [di cosa, che rende felice: esito f.; f. anno nuovo] ≈ buono, (non com.) fausto, favorevole, fortunato, prospero. ↔ infausto, infelice, sfortunato, sfavorevole. b. [che è occasione di felicità o concomitante con essa: periodo, infanzia f.] ≈ allegro, lieto, roseo, sereno. ↔ doloroso, nero, terribile, triste. 3. (fig.) [ben riuscito o concepito: scelta, idea f.] ≈ appropriato, (fam.) azzeccato, giusto, indovinato, opportuno, riuscito. ↔ inappropriato, infelice, inopportuno, sciagurato. [⍈ ALLEGRO]
felice. Finestra di approfondimento
Gradi di felicità - L’essere in uno stato di contentezza, di allegria e sim. ha diverse sfumature e gradazioni, espresse da vari aggettivi. F. designa uno dei gradi più alti di benessere e di soddisfazione. Rispetto a f.,allegro indica una soddisfazione prevalentemente esteriore: sarà allegro chi ride spesso e si mostra socievole, mentre la persona felice potrà anche non esternare il proprio stato d’animo, tant’è vero che i due agg. possono anche essere contrapposti: sembra sempre allegro ma chi lo conosce bene sa che non è felice. Un sinon. di allegro in questo sign. può essere spensierato: un mondo, in cui dio è il caso, e il cui principio direttivo è la natura, non è solo spensierato e allegro, ma è anche comico (F. De Sanctis). Contento è più vicino a f. che ad allegro, anche se, di solito, si riferisce a piaceri di minore entità e a una condizione provvisoria: esaminiamo infatti l’uomo nel momento in cui è veramente allegro, contento e vivace, e lo troveremo insensibile alla musica, alla pittura, alla poesia e ad ogni bell’arte (P. Verri). Contento è spesso sinon. di soddisfatto (ma talora anche di fiero,orgoglioso e sim.) e regge sintagmi o subordinate introdotti da di: sono molto contento del tuo operato; come son contento di vedervi qui! (A. Manzoni). F. e contento sono spesso avvertiti dal parlante come disposti in gradazione: «Sei contento?» «Altro che, sono proprio f.!». Un gradino più in alto è beato e, più fam., al settimo cielo: si sentiva al settimo cielo per la promozione. Gaio e lieto sono meno com. e talora lett., nell’indicare un piacere ora più esteriore ora più intimo: l’uomo robusto, lieto e f., sfiora sorridendo gli oggetti, e signore della natura domina le sensazioni proprie tranquillamente (P. Verri). Più che alle persone gaio e lieto si riferiscono a eventi, stati d’animo, ma anche oggetti, elementi della natura e sim.: rompeva in una gaia risata (L. Pirandello); quel viaggio non fu lieto (A. Manzoni); anche in sintagmi cristallizzati: lieto evento,lieto fine. Lieto è abituale sinon. di f. nelle formule di presentazione, ma, a differenza di f. (f. di conoscerti), può anche essere assol.: molto lieto (nello stringere la mano a qualcuno dopo aver detto il proprio nome e cognome).
Momenti felici - Anche f. e alcuni sinon. possono riferirsi a cose e situazioni. F. si addice soprattutto a periodi di tempo e a scelte: è questo un momento particolarmente f. del nostro matrimonio. I sinon. più adatti sono favorevole e fortunato: bisognava pur approfittare di un momento tanto favorevole! (I. Svevo); oggi è il mio giorno fortunato. Sinon. di favorevole, se accompagnato da momento,occasione,scelta e sim., è giusto: questo è il momento giusto per cambiare lavoro. In riferimento a scelte, idee e sim., i sinon. più comuni di f., oltre al già cit. giusto, sono indovinato,opportuno e riuscito: quelle tre cose sono indovinatissime (A. Palazzeschi); aspetto la prima occasione opportuna e prendo congedo (G. D’Annunzio); le opere più riuscite di Manolo ci dicono una parola di alto significato (C. Carrà). Ciò che rende felici (o che pertiene alla felicità) è detto anche allegro,lieto,roseo e sereno; gli ultimi due agg. si addicono soprattutto a periodi: vedo per te un futuro roseo; fu l’unico periodo sereno della sua vita. F. si alterna infine con buono e, più raram., con sereno, negli auguri: felice anno nuovo!; auguri di buon compleanno; ti auguro un sereno Natale. Nei saluti, formule come f. giorno,f. notte,f. sera sono oggi avvertite come desuete.
Contrari - I contr. più com. di f. sono infelice e triste, il primo dei quali può riferirsi più facilmente anche a cose, scelte, situazioni e sim., nel sign. di «inadatto, mal riuscito»: la tua battuta sui calvi è stata particolarmente infelice; ci dispiace molto per l’esito infelice del tuo esame; la prosa volgare era tenuta poco acconcia a questa materia, massime dopo l’infelice versione dell’Etica di Aristotile (F. De Sanctis).