fenice1
fenice1 s. f. [dal lat. phoenix -icis, gr. ϕοῖνιξ -ικος s. m.]. – 1. Uccello sacro e favoloso degli antichi Egiziani, che lo rappresentavano in figura di airone (mentre Erodoto lo descrive simile a una grossa aquila, con piumaggio di colori straordinariamente vividi e varî): si diceva originaria dell’Etiopia, dove viveva un lunghissimo periodo (500 anni, o secondo altri molto di più), e quando si sentiva alla fine della sua esistenza, costruitosi un nido di piante aromatiche, vi si stendeva come su un rogo e moriva bruciata; dalle ceneri nasceva un’altra fenice che volava in Egitto, a Eliopoli, dove era consacrata nel tempio del Sole, per tornare poi in Etiopia a vivere una nuova lunghissima esistenza nutrendosi di perle d’incenso: la f. more e poi rinasce, Quando al cinquecentesimo anno appressa; Erba né biado in sua vita non pasce, Ma sol d’incenso lagrime e d’amomo, E nardo e mirra son l’ultime fasce (Dante, Inf. XXIV, 107-111). Lo scetticismo popolare intorno all’esistenza della fenice si rispecchia nel celebre paragone del Metastasio: ... Come l’araba fenice: Che vi sia, ciascun lo dice; Dove sia, nessun lo sa, versi divenuti proverbiali e usati per persone o cose di cui tutti parlano, ma che nessuno ha mai visto. In similitudini, indica, per lo più iron. o scherz., persona o cosa più unica che rara: sei la f. (o l’araba f.) degli amici fedeli. Nell’allegorismo cristiano medievale, fu simbolo di Cristo e della resurrezione. 2. In numismatica, l’oncia d’oro e l’oncia d’argento fatte coniare nella zecca di Palermo nel 1732 e 1733, che hanno sul rovescio la fenice sul rogo.