fenolo
fenòlo s. m. [dal fr. phénol, der. di phén(ique) «fenico1», col suff. -ol «-olo1»]. – 1. Composto chimico derivato dal benzene per sostituzione di un atomo di idrogeno con un gruppo ossidrile; si presenta in cristalli bianchi di odore caratteristico e ha reazione acida (donde il nome di acido fenico, con cui è più comunem. noto). È presente nel catrame di carbon fossile, da cui si può ricavare, ma per la maggior parte è oggi prodotto sinteticamente dal benzene; viene usato come disinfettante (per biancheria, ferri chirurgici, ecc.), come conservante del legno, nella preparazione di diversi composti chimici, ed è particolarmente importante nella fabbricazione delle resine fenoliche; è nocivo all’organismo perché agisce localmente come caustico e necrotizzante, e ha azione depressiva sul centro circolatorio e respiratorio, con conseguenze anche letali. F. canforato, miscela di canfora e di fenolo, usata come disinfettante. F. liquido, soluzione di acqua in fenolo con circa il 90% di fenolo. 2. Al plur., fenoli, gruppo di composti derivati da idrocarburi aromatici, distinti in mono-, bi- e polivalenti (bifenolo, trifenolo, ecc.) a seconda del numero di gruppi ossidrili sostituiti a atomi di idrogeno, e talora indicati con nomi di fantasia o derivati dal nome di piante (timolo, ecc.): hanno deboli proprietà acide (che la presenza di altri gruppi sostituenti modifica) e vengono usati nella preparazione di materie plastiche (cresolo, resorcina, ecc.), di plastificanti, insetticidi, disinfettanti, in fotografia, in farmaceutica.