fervere
fèrvere v. intr. [dal lat. arc. e pop. fervĕre, class. fervēre] (difett. del part. pass. e quindi anche dei tempi comp.), letter. – 1. a. Essere cocente, scottare: mentre che ’l sol ferve (Dante). b. Ribollire, di un liquido al fuoco, del vino nei tini, o più spesso del mare, di un corso d’acqua che sia fortemente agitato: Non ferverà per voi l’ira del flutto (Foscolo); analogam., del sangue: Era il sangue del mondo che fervea Con lievito mortale (Carducci). Per estens., di luogo assai affollato: tutta la via brulica e ferve (Caro). 2. fig. Essere intenso, violento, essere nel massimo dell’ardore: ferve la disputa, la questione, la lotta; Già ferve il gran lavoro (Parini); Te seguirò, quando l’ardor più ferva De la battaglia (T. Tasso). Meno com. di sentimenti (ma cfr. fervente): d’amar la dolcezza [cioè: la dolcezza di amare Dio] Diversamente in essa ferve e tepe (Dante). ◆ Part. pres. fervènte, anche come agg. (v. la voce).