festivalite
s. f. (iron.) Mal di festival, tendenza a organizzare festival con ogni pretesto. ◆ dati alla mano, le nostre facoltà scientifiche fanno registrare preoccupanti diminuzioni nel numero degli iscritti. Evidentemente la «festivalite», figlia della mania di volere spettacolarizzare tutto, paga poco anche perché si fa veicolo di una immagine della scienza che non corrisponde al vero. (Franco Gabici, Avvenire, 16 maggio 2007, p. 27) • Parlo delle anteprime per la stampa, più esclusive quelle del tardo pomeriggio alla sala Debussy e allargate a tutti nelle mattutine visioni dell’auditorium Lumière. Ogni volta è bene presentarsi mezz’ora prima dell’orario fissato per subito infilarsi nella folla nevrotica dei postulanti e all’apertura del varco farsi strada fra gli spintoni, le pestate di piedi, i litigi che scoppiano intorno. A tali manifestazioni di festivalite danno spesso un contributo di villania, perfino manesca, i controllori di tessere e inviti. (Tullio Kezich, Corriere della sera, 23 maggio 2008, p. 59, Spettacoli).
Derivato dal s. m. inv. festival con l’aggiunta del suffisso -ite.
Già attestato nella Repubblica del 25 settembre 1984, p. 27, Spettacoli (Tullio Kezich).