fiamma1
fiamma1 s. f. [lat. flamma, affine a flagrare «ardere»]. – 1. Sorgente di calore e di luce costituita da masse gassose ottenute, generalmente, per combustione di sostanze solide o liquide o gassose (il comburente è di solito l’ossigeno dell’aria), che presenta una forma caratteristica, con una zona esterna, poco luminosa e molto calda, ove si ha combustione completa, una intermedia, molto luminosa, a combustione incompleta, e una interna (zona di trasporto), in cui non si ha combustione ma solo afflusso di gas: la f. d’una candela, d’una lucerna, del petrolio, del gas; f. alte; una piccola, una debole, una gran f.; riscaldarsi alla f.; legna che fa molta f., o poca f.; il carbone ardeva senza fiamma; le f. dell’inferno; essere, andare in fiamme, bruciare (fig., di paesi in rivoluzione, e sim.); mettere a fuoco e fiamme un paese, una città, portarvi incendio, distruzione, strage; dare alle f., ardere, incendiare, bruciare; condannare alle f. (persona o libro), a essere bruciato; pietanza alla f., pietanza alla quale si dà fuoco nel momento di portarla in tavola (più com. la corrispondente voce fr. flambé). 2. Accezioni e usi specifici: a. F. ossidrica, f. ossiacetilenica, utilizzate soprattutto per la saldatura autogena (v. ossidrico, ossiacetilenico); f. cantante, detta anche in passato armonica chimica o a gas, fiamma costituita da un getto d’idrogeno acceso che esce, emettendo un suono musicale, da un sottile tubo posto entro una canna di vetro aperta alle estremità. b. In acustica, f. sensibile, rivelatore acustico del passato, costituito dalla fiamma emessa da un becco a gas provvisto di una capsula con lamina elastica, che, vibrando per effetto di suoni incidenti su essa, fa variare la pressione e quindi l’altezza della fiamma; prima dell’avvento dei moderni trasduttori acustoelettrici (microfoni e simili) era uno dei più semplici e sensibili dispositivi per rivelare suoni debolissimi e per studiare, mediante la fotografia e la cinematografia oppure mediante speciali dispositivi a specchio rotante, forme d’onda di suoni. c. In balistica: f. di culatta o f. di ritorno, pericoloso fenomeno di combustione, che si verifica talvolta all’atto dell’apertura dell’otturatore delle artiglierie, generato dalla combustione spontanea dell’ossido di carbonio, prodotto dall’esplosione, a contatto con l’ossigeno dell’aria; f. di volata, fiamma, più nota con il nome di vampa, che viene prodotta dalla combustione, a contatto con l’ossigeno dell’aria, dei prodotti derivati dalla deflagrazione della carica di lancio. d. In chimica: analisi alla f., metodo di analisi per via secca, consistente nell’osservare la colorazione caratteristica conferita alla zona non luminosa di una fiamma da alcuni sali inorganici volatili; spettro di fiamma, quello della luce emessa nella combustione di una sostanza, e in cui sono presenti linee caratteristiche che possono essere utilizzate per rivelare o determinare i varî elementi. e. Ritorno di fiamma: irregolarità di funzionamento dei motori endotermici, per cui si ha accensione anticipata della miscela; anche, il fenomeno che può manifestarsi all’interno di condotti di alimentazione (di bruciatori di forni, di fornelli a gas, ecc.) quando la velocità di propagazione della fiamma in seno alla miscela combustibile superi la velocità di afflusso della miscela stessa. In senso fig., il manifestarsi improvviso di un affetto o di una passione che si ritenevano sopiti, o di un fatto o fenomeno che si credevano ormai del tutto superati. 3. a. In similitudini e in parecchie locuz. fig., la parola indica il colore rosso acceso, luminoso, proprio della fiamma: Vestita di color di f. viva (Dante); cielo, orizzonte di fiamma, per il sole al tramonto; anche in posizione attributiva (invar.): rosso fiamma, di un colore rosso vivo, acceso. Con riferimento a persona: farsi, divenire di fiamma, o rosso come fiamma, rosso in viso per vergogna, pudore o per un’improvvisa emozione; avere, sentirsi le f. al viso, sentirsi avvampare per vergogna, ira, viva ansietà, per caldo o febbre: questa parola fece venir le f. sul viso del frate (Manzoni); mandare fiamme, di occhi vivi, imperiosi; far fuoco e fiamme, riscaldarsi, strepitare, e anche tentare ogni via per ottenere un dato scopo. b. Con altro senso fig., ardore (di un sentimento, di una passione): le f. d’amore, le f. del desiderio, della sensualità; accendere, tenere viva la f. della fede, del patriottismo; mi giugnea una f. di caritade (Dante); la santa Fiamma di gioventù dunque si spegne Per vostra mano? (Leopardi); assol., scherz., la f., la donna amata (anche poet.: L’alma mia f. oltra le belle bella, Petrarca); ha incontrato una sua vecchia f.; e con reminiscenza dantesca (e virgiliana), conosco i segni dell’antica f., sentendo rinascere vecchie passioni che si credevano spente. 4. In similitudini, con riferimento alla forma tipica della fiamma: a. Caduta in fiamma, del paracadute che, pur essendo completamente sfilato, non si apre perché (per difettosa confezione e ripiegatura, per umidità, ecc.) la quantità d’aria che entra dall’apertura inferiore è uguale a quella che esce dall’apertura superiore. b. Cellule a fiamma, in zoologia, cellule caratteristiche degli organi escretori dei platelminti e dei rotiferi: sono cellule cave, all’interno delle quali vibra un pennello di lunghe ciglia e da cui partono i canalicoli escretori che sboccano poi nel dotto escretore. 5. In pirotecnica, bengala di grosso calibro (5-6 cm). 6. a. Negli scudi araldici, lingua di fuoco inferiormente arrotondata e terminante in tre punte ondeggianti, per lo più di rosso e d’oro. b. Figura simile usata come simbolo in stemmi di partiti politici. 7. a. Nella marina militare, speciale bandiera con i colori nazionali, costituita da una striscia, sottile e lunghissima, a forma triangolare: si alza all’estremità dell’albero maestro. b. Insegna della cavalleria piemontese nell’ordinamento del 1815; aveva forma rettangolare in un primo tratto terminando poi a punta. c. Al plur., le mostrine in forma di fiamma biforcuta che certe armi o corpi militari portano sul bavero: verdi per gli alpini, cremisi per i bersaglieri, gialle per le guardie di finanza, nere per gli arditi durante la prima guerra mondiale e poi per la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, rosse su fondo azzurro per i carristi, ecc., di vario colore e triforcute per la cavalleria. Per estens., i soldati che portano quelle mostrine: le f. gialle, le guardie di finanza; sfilarono di corsa le f. cremisi, i bersaglieri. 8. In arte, vengono così chiamati i motivi terminali dell’architettura gotica, costituiti da elementi vegetali stilizzati in forma piramidale, e, nei seggioloni quattro-cinquecenteschi, le estremità superiori, intagliate a foggia di foglia, dei dritti laterali della spalliera. 9. Tipica venatura del legno, con disegno a linee verticali che ricorda una lingua di fuoco: un pannello di rovere con f. belle e regolari; in partic., quella della radica della pipa, di particolare pregio se regolare e fitta. 10. Pesce del genere cepola, detto anche bandiera rossa. 11. Uno dei nomi con cui sono indicate in varie regioni le piante del genere orobanche. ◆ Dim. fiammèlla (sottile lingua di fuoco, fiamma leggera, debole), e meno com. fiammicèlla, fiammétta (v.), fiammina, fiammettina, fiammolina; accr. fiammóna.