fibbia
fìbbia s. f. [lat. fībŭla, affine a figĕre «attaccare, appendere»]. – 1. Fermaglio d’osso, di metallo, di legno, di materiale plastico, ecc., di forma varia, provvisto di una traversa (staffa) in cui sono fissate una o più punte o un gancio per chiudere cinture, mantelli, scarpe, ecc. Oltre che nella storia del costume, le fibbie hanno importanza anche nella storia dell’arte, soprattutto quelle medievali, per la varietà delle forme (quadrate, a medaglione, a losanga, a quadrifoglio, ecc.) e per il pregio artistico, spec. quelle gote e longobarde, adorne di smalti, filigrane, cammei, e quelle che, anche in seguito, furono adoperate per paramenti sacri e da cerimonia, ornate di smalti e di oreficerie; nei sec. 17°-18° ebbero gran voga le fibbie per scarpe, spesso di materiale prezioso (oro, argento), e talvolta tempestate di gemme. 2. In botanica, estroflessione laterale ripiegata a uncino che si forma nella cellula apicale delle ife fungine durante lo sviluppo del micelio dicariotico dei basidiomiceti. ◆ Dim. fibbiétta, fibbiettina; spreg. fibbiùccia; accr. fibbióna, e fibbióne m.; pegg. fibbiàccia.