figura
s. f. [dal lat. figura, dal tema di fingĕre «plasmare, modellare»]. – 1. a. Aspetto esteriore d’una cosa: lo circulo che ha f. d’uovo (Dante); prender corso e f. di fiume (Manzoni); un monumento in f. di piramide; un attore in f. di centauro; una bizzarra f.; cambiare, conservare, perdere la propria figura. b. In partic., l’aspetto del corpo umano: ogni f. d’uomo che vi apparisse, rattristava lo sguardo e il pensiero (Manzoni); una f. snella, tozza, goffa; è una bella f. d’uomo; con la f. che ha si direbbe un montanaro; e del viso: una cara, mesta, dolce, simpatica f.; la sinistra f. di quel gaglioffo, ecc. (in quest’ultimo sign. è spesso influenzato dal fr. figure «faccia»; così nella scherma si chiama figura il bersaglio valido costituito dalla parte laterale e superiore, rispettivam. destra o sinistra, della testa). In ortopedia, mettere in f., riferito a un arto fratturato o deforme, ripristinare la forma e l’atteggiamento normali. 2. a. In geometria, ogni insieme di punti o di linee o di superfici: f. piana, se tutta contenuta in un piano; f. solida, se si sviluppa nello spazio, se ha cioè tre dimensioni; f. uguali, f. simili, f. simmetriche. b. In fisica, nome con cui si indicano aspetti di determinati fenomeni: f. di diffrazione, f. d’interferenza. In astronomia e in fisica, asse di f. o asse di precessione, v. precessione. 3. a. Immagine disegnata, dipinta (o anche in rilievo, incisa, scolpita): libro con molte f. nel testo (se fuori testo, si parla piuttosto di tavole); figure a colori; figure in legno, in rame, in marmo, in gesso, in terracotta, in litografia; la f. rappresenta un banchetto, una battaglia, un santo. In partic., in araldica, nome delle varie immagini di cui è caricato lo scudo, distinte in quattro categorie: araldiche (pezze onorevoli, ecc.); naturali, cioè corpi esistenti in natura, come animali, vegetali, astri, meteore, ecc.; artificiali, oggetti e strumenti creati dall’opera dell’uomo; chimeriche, foggiate dalla fantasia; sono dette mezze f. quelle (caprioli, croci, aquile, gigli, leoni, ecc.) che negli scudi si vedono dimezzate. b. Nel linguaggio artistico il termine indica più propriam. la rappresentazione dipinta, disegnata o scolpita di un uomo o di una donna o, più raramente, di animali: f. al naturale, mezza f. (fig., mezza f., persona di poco conto, di scarsa importanza o autorità); f. terzine (che sono cioè un terzo del naturale); paesaggio con figure. In senso più ampio, nella teoria della percezione, il contenuto percettivo colto unitariamente all’attenzione e staccato da uno sfondo più o meno indifferenziato; in psicologia sperimentale, f. invertibili (o reversibili), particolari disegni in cui il rapporto tra figura e sfondo non è statico ma, con il mutamento dell’attenzione, può essere invertito (v. anche invertibile); f. impossibili, figure che rappresentano strutture le quali, pur potendo essere disegnate con precisione, non possono essere costruite materialmente (v. anche impossibile). c. A proposito di personaggi storici o di opere letterarie narrative o drammatiche: una f. mitica, quasi leggendaria; una f. di primo piano del Risorgimento italiano; la f. di don Abbondio nei Promessi Sposi. d. Nel ricamo, punto figura (o punto stuoia), punto di fattura antichissima, che consiste in tese di filo lanciate dal basso all’alto, lunghe quanto lo richiede lo spazio da coprire, e fissate al ritorno con punti sbiechi. 4. a. Nel gioco degli scacchi, nome generico dei pezzi, esclusi i pedoni. b. Nel gioco delle carte, nome generico delle carte non numerali, contraddistinte cioè da una figura: nelle carte italiane, fante, cavallo e re; nelle francesi, fante, regina e re. 5. a. Nella danza, termine generico per indicare un atteggiamento ottenuto attraverso una serie di movimenti armonici, di tutta la persona o di una sola parte di essa (le braccia, le gambe, il busto, la testa, ecc.), nel tempo e nello spazio; ogni figura è regolata dalle leggi della cadenza, del ritmo e delle proporzioni e ha un nome particolare. b. Nel pattinaggio artistico su ghiaccio e su rotelle, f. obbligatorie, ciascuno dei gruppi di esercizî obbligatorî (otto, tre, doppio tre, boccola, volta, controvolta, ecc.); ma si eseguono anche f. libere. c. Nello sci, nelle gare di discesa obbligata, serie di tre, quattro o più porte disposte secondo una determinata successione (doppia trasversale, doppia verticale, corridoio, pettine, ecc.). d. Nell’aeronautica, f. acrobatica, lo stesso che acrobazia. 6. Nella notazione musicale, in senso lato il segno delle note nei valori di altezza e di durata, e in senso stretto il solo segno che ne indica la durata; nell’epoca moderna le figure, ognuna delle quali vale la metà di quella immediatamente superiore, prendono il nome di breve, semibreve, minima, semiminima, croma, semicroma, biscroma, semibiscroma. 7. a. Nel linguaggio giur., è in genere sinon. di specie, tipo: norma che contempla varie f. di reato. b. Con sign. affine a «tipo» (in alcune partic. sue accezioni), anche riferito a persone, per indicare il modo con cui si determina e si caratterizza storicamente una categoria, una professione o una funzione: la f. del docente nella scuola media superiore; la f. dell’operatore culturale nella società d’oggi; col formarsi delle prime compagnie d’attori nasce anche la f. dell’impresario teatrale. 8. Nella logica formale, la forma (gr. σχῆμα) che presenta il sillogismo, a seconda della posizione che nelle due premesse ha il termine medio dal punto di vista della sua funzione di soggetto o di predicato (esso infatti può essere soggetto in entrambe, predicato in entrambe, soggetto nella maggiore e predicato nella minore o predicato nella maggiore e soggetto nella minore). 9. a. Immagine concreta allusiva di una realtà diversa, rappresentazione simbolica o allegorica: il serpente è tradizionalmente f. del demonio; la colomba è f. dello Spirito Santo; in Dante, il veltro è f. di discussa interpretazione. b. Nella grammatica e retorica tradizionali, figura o f. retorica, ogni processo stilistico, letterario e poetico che si allontani dal normale uso linguistico e grammaticale; si distinguono f. di parola, che possono essere «per aggiunta» (anafora, antistrofe, epanalessi, polisindeto, ecc.) o «per detrazione» (asindeto, zeugma), e oltre a queste si ha l’antitesi, la paronomasia, l’omoteleuto, ecc.; e f. di concetto (o di pensiero), come l’interrogazione retorica, l’apostrofe, l’aposiopesi, la prolessi; le figure di carattere più propr. grammaticale, come lo zeugma, il metaplasmo, l’anacoluto, sono dette f. grammaticali; quelle di carattere più particolarm. sintattico, come l’iperbato e la sillessi, f. di costrutto; per la f. etimologica, v. etimologico. In senso ampio, sono figure retoriche anche la metafora e il traslato. 10. Apparenza e, in partic., bella apparenza: ci sta per f. e non per altro; mettersi un fiore all’occhiello per f.; di figura, come locuz. agg., di bell’aspetto, che fa bella mostra: un vestito, un arredamento, un soprammobile, una decorazione di f.; fare figura, comparire bene, destare ammirazione (più espressivamente, fare la propria f., anche riferito a oggetti: una signora che, in società, fa la propria f.; una pelliccia non più nuovissima, ma che fa ancora la propria, o la sua, f.); determinando, fare buona o bella f., suscitare impressione favorevole, e al contrario fare brutta o cattiva f. (o, con espressioni più vive e efficaci, una f. barbina, una magra f., una f. veramente penosa); fare la f. di ... (seguito da un sost. o da un agg.), comportarsi, per lo più involontariamente, in maniera da apparire tale: fare la f. dello sciocco, dell’imbecille, dell’avaro, del pitocco; hai fatto la f. del bifolco! Con uso assol., in frasi enfatiche o esclamative, significa in genere brutta o cattiva figura, impressione negativa, di compatimento: che figura!; una f. che non vi dico!; ti lascio immaginare la f. (che ha fatto)!; con lo stesso senso anche bella f., per antifrasi: hai fatto proprio una bella figura! ◆ Dim. figurina (v.), figurino m. (v.), figurétta (anche nel senso di «figura meschina»), figurettina; spreg. figurùccia, figurettùccia; accr. figuróna, e figuróne m. (per lo più fig.: hai fatto una figurona, un figurone, una splendida figura); pegg. figuràccia (soprattutto nel senso fig. di «pessima figura»: fece una figuraccia da vergognarsene).