filiera
filièra s. f. [dal fr. filière, der. di fil «filo1»]. – 1. a. Nella fabbricazione di fibre tessili artificiali, dispositivo usato per la formazione dei filamenti, di solito costituito da un piccolo ditale con uno o più fori sul fondo, attraverso i quali viene estrusa la soluzione filabile o la materia plastica fusa. b. Macchina, detta anche trafila, per eseguire la trafilatura di materiali metallici, plastici, argillosi, ecc. c. Utensile di acciaio temprato per filettare la superficie esterna di aste o tubi (con operazione manuale o automatica, a seconda che sia montato in un apposito girafiliere oppure in una filettatrice): è per lo più costituito da una specie di madrevite in forma di un anello all’interno del quale sono ricavate alcune sporgenze taglienti dal profilo corrispondente al tipo di filettatura che si vuole ottenere. 2. In zoologia, organo degli animali produttori di seta o di fili sericei (baco da seta, ragni, ecc.), attraverso il quale esce il filo. 3. raro o ant. Fila: f. di denti; trafila (in senso fig.): premii passati per le f. de’ consigli (B. Davanzati). Locuz. ant. per filiera, per ordine, in fila. 4. In araldica, bordura diminuita della metà. 5. Nello strumentario chirurgico, piastra di metallo o di plastica recante fori di diverso calibro corrispondenti a una serie di cateteri uretrali di gomma o di metallo. 6. In ostetricia, f. pelvica, il tragitto che il feto percorre nel bacino durante il parto; è detta anche canale del parto. 7. a. Nel linguaggio econ. (più spesso nella forma fr. filière), avviso di messa a disposizione della merce, oggetto di un contratto a termine, dato dal venditore al suo compratore, e contenente anche la richiesta del pagamento del prezzo; nella borsa merci, contratto per filiera, contratto di vendita a termine effettuato mediante il rilascio di una filiera al compratore. b. F. produttiva, catena di passaggi produttivi che precedono l’arrivo della merce sullo scaffale del negozio (per es., nel settore della pasta secca, la filiera produttiva comprende la produzione di grano, la molitura, la produzione di pasta, il settore del confezionamento con film, inchiostri, adesivi, ecc., il magazzinaggio del prodotto finito, il trasporto fino alla vendita nei punti di distribuzione). Nel settore agroalimentare la legge, a tutela della salute del consumatore finale, impone alle aziende che appongono il marchio sul prodotto la capacità di rintracciare, in ogni momento, la filiera produttiva partendo dal codice di lotto stampato sulla confezione: con tracciabilità di f. si intende appunto la possibilità di ricostruire tutti i passaggi della produzione e il processo informativo che segue il prodotto da monte a valle (e con rintracciabilità di f. si intende la possibilità di ricostruire il processo inverso, utilizzando le informazioni distribuite lungo la filiera).