filone1
filóne1 s. m. [der. di filo1, inteso come «strato sottile, vena»]. – 1. In geologia, tipo di giacitura di roccia eruttiva, risultante da iniezioni di magmi in spaccature della crosta terrestre, e delimitata da superfici per lo più ad andamento parallelo (chiamate salbande): f. strato, quello la cui giacitura è concordante con le rocce in cui è incassato (la massa litoide che lo sovrasta è detta tetto, quella sottostante letto); f. pneumatolitici, quelli i cui minerali hanno avuto origine da vapori ad alta temperatura; f. metalliferi (e specificando: f. auriferi, f. argentiferi, ecc.), quelli nei quali si sono depositati, per precipitazione da vapori, minerali varî, metalliferi e non metalliferi (i quali ultimi costituiscono la ganga); asse del f., la linea che passa per il centro di figura delle varie sezioni trasversali del filone. Nel linguaggio com., scoprire, trovare, aver trovato un f. d’oro, anche in senso fig., una fonte o un mezzo di facile arricchimento. 2. fig. Linea di svolgimento di una tradizione dottrinale, linguistica, di una corrente artistica o letteraria o scientifica, o d’altro che abbia una continuità nel dominio dello spirito, e la materia stessa che ne è il prodotto e la testimonianza, soprattutto in quanto sia oggetto di studio o fonte di ispirazione: il f. della poesia popolare nell’Ottocento, il f. della commedia dell’arte, il f. del film western; scoprire, esplorare un f., un nuovo f., un ricco f. (di temi, di argomenti, ecc.) da cui trarre ispirazione; un buon f. di ricerca scientifica; la saga dei Nibelunghi è un f. a cui la poesia germanica dell’Ottocento ha largamente attinto. 3. In geografia fisica: f. (o solco) d’impluvio, di un fiume, di una valle e sim., la zona che congiunge i punti di maggiore profondità (con questa accezione, è più com. nell’uso internazionale il termine ted. Talweg); f. di un fiume, quella parte di un corso d’acqua regolare nella quale la corrente raggiunge la massima velocità e dove i moti di turbolenza sono ridotti al minimo (si trova per lo più al centro del fiume, in corrispondenza della massima profondità, un po’ al disotto della superficie libera dell’acqua). 4. Una delle forme più comuni di confezione del pane, di forma allungata, a fuso, che può variare da 300 a 1000 grammi, e di cui la pezzatura più frequente è quella di 1 kg o di 1/2 kg. 5. In macelleria, filoni (o schienali), parti del midollo allungato di animali macellati, che costituiscono una delle frattaglie più delicate. ◆ Dim. filoncèllo, nel sign. geologico, e filoncino, di pane (v. la voce).