filosofo
filòṡofo s. m. (f. -a) [dal lat. philoṡŏphus, gr. ϕιλόσοϕος; v. filosofia]. – 1. Chi professa la filosofia; chi si dedica cioè abitualmente allo studio dei problemi che formano oggetto dell’attività speculativa nei suoi varî aspetti o in alcuno dei suoi aspetti particolari: questi fu sommo poeta e f. (G. Villani, con allusione a Dante); i grandi f. dell’antichità; f. platonico; f. positivista, esistenzialista; scuole, sètte di filosofi; assol., il filosofo, Aristotele, così chiamato per antonomasia nel Medioevo e nel Rinascimento; genericam., chi si occupa di studî di filosofia, o anche chi, senza dedicarsi attivamente a tali studî, mostra di avere mente adatta al ragionamento filosofico. Nell’uso com. e fam., fare il f., assumere atteggiamenti da filosofo, darsi aria di saccente, o esprimersi e ragionare con eccessiva astrattezza; in questo senso è frequente anche il femm. (che nel sign. proprio è raro o scherz.): via, non fare la filosofa!; v. inoltre filosofessa. 2. fig., fam. In funzione predicativa, chi sopporta le contrarietà con animo ragionevolmente sereno, o con stoica o indifferente rassegnazione: è abbastanza f. per non prendersela; e al femm.: vedo che sei filosofa! ◆ Dim. filoṡofétto, filoṡofino, l’uno e l’altro poco com.; accr., scherz., filoṡofóne; pegg. filoṡofàccio; v. anche filosofastro.