finestra
finèstra (ant. fenèstra) s. f. [lat. fenĕstra]. – 1. a. Apertura nei muri esterni di un edificio, destinata a dare luce e aria agli ambienti interni e a consentire la vista da questi ultimi verso l’esterno; è delimitata inferiormente da un davanzale disposto in senso orizzontale, dagli stipiti, cioè da elementi portanti laterali, e da un elemento portante superiore (arco o architrave): f. esterna, che dà sulla strada; f. interna, che dà sui cortili; f. a tetto, proprio sotto il tetto; f. sopra tetto, aperta sul tetto; f. alta, bassa; f. bifora; f. col terrazzino; f. con l’inferriata; f. inginocchiata (v. inginocchiata); f. a edicola (v. edicola); f. a ghigliottina, con sportello che si può far discendere dall’alto in basso; f. panoramica, con il maggior lato nel senso della larghezza; porta f. (pl. porte-finestre), apertura che, oltre alle funzioni di aerazione e illuminazione proprie della finestra, ha quella di consentire il passaggio di persone su balconi, terrazze o giardini; f. a bandiera, risultante dall’abbinamento di una porta-finestra a una finestra vera e propria; la soglia della f.; il telaio, l’infisso della f.; i vetri, gli scuretti, le persiane della f.; f. doppia, con doppia intelaiatura e doppî vetri, per difendere dal freddo o dai rumori esterni; la f. dà, guarda, risponde sulla piazza, sul lago; f. a tramoggia (detta anche bocca di lupo), che ha davanti un riparo per impedire la vista (per es., quelle delle carceri che dànno sulla strada); f. finta, o finta f., dipinta sopra un muro esterno, per motivi di estetica; aprire, chiudere la f., cioè i vetri, o le persiane, secondo i casi (diverso da aprire, chiudere una f., cioè aprire e rispettivam. richiudere l’apertura nel muro); fermare la f., fissarne le imposte a un gancio nel muro, o in altro modo, perché il vento non le faccia sbattere; stare, affacciarsi alla f.; battere, picchiare alla f., ai vetri. In edilizia, fattore finestra, per una finestra di un qualsiasi edificio, il rapporto tra il flusso luminoso che le giunge e quello che riceverebbe se fosse esposta senza ostacoli alla piena luce diurna. b. Locuzioni fig.: cacciato dalla porta, rientra (è rientrato) dalla f., di persone o cose che ritornano per vie secondarie o inaspettate là donde erano state escluse; stare alla f., stare a guardare mentre gli altri agiscono, non partecipare a un avvenimento ma fare da spettatore, e sim.; mettersi in f., mettersi in mostra, esibirsi; mettersi alla f., far sapere a tutti le proprie magagne; o mangiar questa minestra o saltar questa f., scegliere per forza il male minore; buttare i soldi dalla f., scialacquare, sperperare. Proverbî (oggi non più in uso): aria di f., colpo di balestra, il vento che viene dalle fessure è pericoloso; chi non l’ha all’uscio l’ha alla f., ognuno ha le sue infelicità; Dio serra un uscio e apre una f., Dio leva un bene per darne un altro. 2. Apertura in genere, non determinata: a cannonate aprirono una f. nelle mura. Con accezioni più partic.: a. Largo squarcio, larga ferita: gli fa ne la maglia ampla f. (Ariosto); vedessi che f. nel petto! b. Il rettangolo trasparente in un tipo di buste commerciali, per rendere visibile all’esterno l’indirizzo scritto nella lettera. c. Vuoto lasciato su un foglio da cui sia stata ritagliata una figura o una parte della stampa. d. In tipografia, assenza di stampa su una pagina, determinata dall’inserimento di un corpo estraneo tra la forma e il foglio. e. Nell’uso giornalistico, lo stesso che finestrella. f. Al plur., gli occhi, spec. quando sono grandi; e nell’uso fam., scherz., chiudi le f., a un bambino, per dirgli di dormire. Comune la frase: gli occhi sono la f. dell’anima (qui al sing.); e nel linguaggio poet., con riferimento agli occhi ma con il senso più generico di apertura: O belle et alte e lucide fenestre Onde colei [la morte] che molta gente attrista Trovò la via d’entrare in sì bel corpo! (Petrarca). 3. Con sign. specifici o tecnici: a. In anatomia, apertura o orifizio, di varia forma e funzione, in strutture ossee del corpo umano o animale: f. ovale, f. rotonda, piccole aperture sulla parete interna della cassa del timpano; f. acetabolare, apertura del cinto pelvico dei coccodrilli, dinosauri, uccelli, ecc. b. In geologia, f. tettoniche, larghe escavazioni prodotte in una falda di ricoprimento o di scorrimento dall’azione erosiva degli agenti superficiali, attraverso le quali sono messi a nudo i terreni del substrato, costituiti o da falde inferiori o da terreni autoctoni. c. In ottica, il foro di un diaframma di un sistema ottico, sinon. di pupilla. d. Nella tecnica delle radiazioni, f. schermata, apertura praticata in uno schermo biologico e chiusa con un materiale trasparente alla luce ma sufficientemente opaco alle radiazioni capaci di effetti biologici, per modo che attraverso essa si possa osservare senza danno l’interno di un ambiente (reattori nucleari, acceleratori di particelle, ecc.) in cui ci siano sorgenti di radiazioni pericolose. e. Nei sistemi di elaborazione dei dati e in partic. nei sistemi di videoscrittura (per calco dell’ingl. windows), area dello schermo nella quale possono essere visualizzati ed elaborati separatamente dati e informazioni diversi da quelli che appaiono in altre aree dello schermo stesso; in partic., parte dello schermo (chiamata anche f. di dialogo) nella quale possono essere visualizzati opzioni e comandi specifici. f. Con uso fig., il campo di frequenze, o di lunghezze d’onda o di energie, in cui un mezzo, un corpo, un filtro risultano «trasparenti»: filtro ottico con una f. centrata sul giallo. g. Con altro uso fig., in immunologia, periodo f., periodo (di circa 6 mesi per l’AIDS, 2 mesi per l’epatite C) in cui un virus eventualmente presente nel sangue è allo stato latente e perciò non viene rilevato dai comuni test di laboratorio. Il rischio f., anche se molto remoto, grava perciò sulle donazioni di sangue. ◆ Dim. finestrèlla (v.), finestrétta, finestrina (anche con il sign. fig. di finestrella), finestrino m. (v.); spreg. finestrùccia, finestrùcola; accr. finestróna, e finestróne m. (v.); pegg. finestràccia. TAV.