flyer
s. m. inv. Cartoncino pubblicitario, di solito molto colorato e ricco di immagini, che reclamizza locali, discoteche, spettacoli, mostre, manifestazioni di vario genere. ◆ La specie dei PR o pierre che dir si voglia è una specie sia diurna sia notturna, di quelle che non dormono praticamente mai. Durante il giorno i PR o pierre che dir si voglia si occupano di distribuire flyer (o «volantini», ma ormai non li chiama così nessuno) ad amici e amici degli amici, poiché a riempire di flyer i banconi e gli appositi espositori di caffè e bar e ristoranti e negozi di dischi e di abbigliamento «ggiovane», il tutto dopo essere andati a ritirare i flyer in tipografia e dopo averne firmati un tot (sempre loro, i flyer) trasformandoli in veri e propri inviti (mi rendo conto ora che la vita dei PR o pierre che dir si voglia si svolge prevalentemente tra i flyer). (Giuseppe Culicchia, Stampa, 15 giugno 2003, p. 57, Giorno e Notte) • «Chi l’ha detto che esiste un solo centro?». Provocatorio interrogativo impresso sul flyer che annuncia la riapertura del Barrio, laboratorio di culture giovanili insediato in un ex edificio scolastico alla Falchera, in via Cuorgnè 81. (Alberto Campo, Repubblica, 13 ottobre 2011, p. 17, Torino).
Dall’ingl. flyer (‘volantino’).
Già attestato nell’Unità del 3 novembre 1996, Unità 2, p. 3, Cultura e Società (Fabrizia Bagozzi, intervistata da Eugenio Manca).