fonetico
fonètico agg. [dal gr. ϕωνητικός, der. di ϕωνή «voce, suono»] (pl. m. -ci). – Che concerne la fonetica, in generale, o il fenomeno della fonazione, o i fonemi in partic. e il loro sistema: studî f., ricerche f.; i caratteri f., la struttura f. (di una lingua, di un dialetto); variazioni f., mutamenti f.; l’evoluzione f. dal latino all’italiano; leggi f., leggi costanti che, nella concezione dei neogrammatici dell’ultimo Ottocento, presiederebbero, con la rigidità delle leggi fisiche o biologiche, alle evoluzioni dei suoni di una lingua o di un dialetto (teoria avversata da altri linguisti, i quali, pur accogliendo la formulazione pratica di tali leggi, rivendicano il carattere individuale e storico di ogni innovazione linguistica). Grafia, ortografia, scrittura f., locuz. intese con varî sign.: scrittura i cui segni rappresentano suoni singoli e non sillabe né tanto meno concetti (è quindi tale ogni scrittura alfabetica, in contrapp. a scritture come quella cuneiforme, che è sillabica e in alcuni casi ideografica); scrittura i cui segni rappresentano la pronuncia attuale della lingua e non un suo stato precedente (in questo senso si può contrapporre la scrittura fonetica dell’italiano alla scrittura etimologica dell’inglese); la grafia dei cosiddetti alfabeti fonetici (v. alfabeto), i cui segni corrispondono con particolare rigore, sulla base di criterî scientifici, a una realtà fonetica: è questa la grafia adottata nelle trascrizioni fonetiche propr. dette, o strette, che danno conto anche dei caratteri non foneticamente rilevanti delle entità foniche, e in quelle larghe o fonematiche, che danno conto soltanto dei caratteri rilevanti ai fini dell’individuazione dei fonemi. ◆ Avv. foneticaménte, sotto l’aspetto fonetico, per quanto riguarda la fonetica, o in grafia fonetica: caratteri, tratti foneticamente rilevanti di un fonema; scrivere, trascrivere foneticamente una parola, una frase.