forestierismo
s. m. [der. di forestiero]. – In genere, ma poco com., moda o usanza venuta da un paese straniero. Più com., parola, locuzione, o anche costrutto sintattico, introdotti più o meno stabilmente in una lingua da una lingua straniera, sia nella forma originaria (nel qual caso si chiamano anche esotismi: per es., il fr. garage, l’ingl. week-end, il ted. Leitmotiv), sia con adattamento alla struttura fonetica e morfologica della lingua d’arrivo (nel qual caso in linguistica si parla più propriam. di prestito: per es., cliscè, dettaglio, bistecca); in qualche caso, non è l’elemento lessicale che viene mutuato ma una delle accezioni che esso ha nell’altra lingua (per es., realizzare nel sign. di «rendersi esattamente conto», dovuto a influenza inglese). A seconda del paese d’origine, i forestierismi penetrati nell’italiano si distinguono in francesismi (o gallicismi), anglicismi, germanismi, spagnolismi (o iberismi o ispanismi), ecc.