forfettino
s. m. Regime contabile che consente alle piccole imprese di nuova costituzione di optare per un’imposta sostitutiva dell’Irpef pari al 10% del reddito e dei ricavi. ◆ Il problema della scarsità di fondi è tutto da risolvere: ad esempio, l’iniziativa Udeur sull’Irap costerebbe, a seconda della sua ampiezza, da 200 a 950 miliardi: la copertura potrebbe scaturire da una revisione del «forfettino» per le nuove imprese (Irpef all’1% per tre anni) o da una rimodulazione delle stesse norme sull’Irap. (Sole 24 Ore, 29 novembre 2000, p. 8, Italia-Politica) • Chi ha optato per i regimi fiscali agevolati (forfettino e forfettone) e ha chiesto l’assistenza gratuita del fisco (tutoraggio fiscale) deve inviare per via telematica i dati del 1° trimestre 2005. (Messaggero, 11 aprile 2005, p. 16, Previdenza & Fisco) • Il nuovo regime risulta spesso perdente se confrontato con quello delle cosiddette «nuove iniziative»: il «forfettino». Questo regime prevede la tassazione con aliquota secca del 10%, purché si tratti di una nuova attività e solo per il primo triennio di apertura. E la ragione è evidente: con il forfettino si paga un’aliquota notevolmente inferiore: il 10% invece del 20%, anche se, in alcuni casi, resta dovuta l’Irap con aliquota del 3,9% (ma c’è una franchigia esente di 9.500 euro). (Stefano Sarubbi, Corriere della sera, 28 gennaio 2008, p. 24, Economia).
Derivato dal s. m. inv. forfait, di origine fr. (nella forma adattata forfet), con l’aggiunta del suffisso -ino1.