formula
fòrmula (o fòrmola) s. f. [dal lat. formula, propr. dim. di forma «forma»]. – 1. a. Frase o insieme di frasi imposte da una norma consuetudinaria (rituale o legale) come espressione costante di determinati fatti o strettamente legata a determinati atti, la cui efficacia potrebbe, in taluni casi, essere invalidata se la formula stessa non fosse pronunciata nella forma, nel modo o nel tono prescritti: formule di scongiuro, f. magiche, f. iniziatiche; f. di giuramento; f. liturgiche (di assoluzione, di benedizione, di consacrazione, ecc.); f. notarili; f. iniziali, f. finali, in documenti e atti pubblici; f. giuridiche; f. introduttiva in una sentenza di condanna, ecc. (in partic., nel linguaggio forense, assolvere con f. piena, perché l’imputato non ha commesso il reato o perché il fatto non costituisce reato; assolvere con f. dubitativa, per insufficienza di prove). b. Per estens., frase che, in determinate circostanze, si ripete in forma identica: f. di saluto, f. di commiato, f. augurale; lo congedò con la f. solita. 2. In senso fig., ridurre a formula, un principio, un concetto, un ragionamento, semplificarlo o, più spesso, schematizzarlo, impoverendolo; e con riferimento a un’arte, a un’opera, a un movimento letterario o artistico, a correnti ideologiche, ecc., sempre in senso peggiorativo, frase fatta, formulazione cristallizzata e sim.: f. abusate, f. stereotipe; ripetere le solite formule. In letteratura, e in partic. nella poesia epica greca, talora anche nell’epica popolare non greca, insieme di parole che si presentano costantemente unite (per es., un nome con un epiteto fisso) in determinate sedi del verso: le f. omeriche. In musica, procedimento divenuto luogo comune, come certi passi cadenzali, certi abbellimenti, certi accompagnamenti; nel canto gregoriano, passo melodico fisso (f. sillabiche, f. neumatiche, f. melismatiche). 3. Complesso di simboli (numeri, lettere, ecc.) e di segni convenzionali indicanti relazioni, legami, operazioni, ecc., tra i simboli stessi. In partic.: a. In matematica, rappresentazione, mediante opportuni simboli, di una relazione che colleghi due o più enti matematici; le varie formule matematiche prendono il nome o dal problema che risolvono (f. di addizione, f. di bisezione, ecc.) o dal matematico che per primo le stabilì (f. di Cardano, f. di Taylor). b. In chimica, espressione risultante dall’opportuna unione dei simboli dei varî elementi che formano la molecola di un composto. Nella f. bruta i simboli sono disposti in successione, con alla propria destra un deponente che indica il numero degli atomi (quando è diverso da 1); attualmente si preferisce distinguere tra una f. minima, nella quale i deponenti sono i più piccoli numeri interi che individuano il rapporto numerico tra gli atomi dei diversi elementi presenti nel composto (per es., CH2O per l’acido acetico, NaCl per il cloruro di sodio, CH2 per il ciclobutano, ecc.), e una f. molecolare, nella quale il deponente è l’effettivo numero di atomi con cui ciascun elemento entra a far parte della molecola (per es., C2H4O2 per l’acido acetico, C4H8 per il ciclobutano, ecc.). Nella f. di struttura vengono messi in evidenza il tipo di legame (semplice, doppio, ecc.) e la disposizione dei singoli atomi costituenti la molecola: per es., quelle riportate nella figura sono rispettivam. le formule di struttura dell’acido acetico e del ciclobutano. Una rappresentazione intermedia tra la formula molecolare e la formula di struttura è la f. razionale, nella quale vengono indicati i gruppi significativi in successione (nel caso che un gruppo compaia più di una volta, il corrispondente simbolo è chiuso tra parentesi e seguito da un deponente che indica il numero di gruppi uguali presenti nella molecola): per es., CH3COOH e (CH2)4 rappresentano rispettivam. l’acido acetico e il ciclobutano. È detta inoltre f. generale quella in cui compaiono simboli generici (Me indica un atomo di metallo, R un radicale organico, ecc.) e da cui si ricavano, per sostituzione con i simboli veri, le formule particolari. c. In mineralogia, f. cristallochimica, in riferimento alle soluzioni solide, formula indicante le sostituzioni isomorfe che si possono verificare: in essa gli elementi isomorfogeni (quelli cioè che nel reticolo cristallino compiono la stessa funzione) sono, separati da virgole, raccolti in parentesi tonde. Per es., la formula cristallochimica dell’olivina, (Mg,Fe)2 [SiO4], indica che Mg2+ e Fe2+ sono isomorfogeni, come si deduce dalla miscibilità totale tra le due sostanze Mg2SiO4 (forsterite) e Fe2SiO4 (fayalite), le quali formano una serie completa di cristalli misti. d. Con accezione affine alle prec., in biologia e in medicina, enumerazione schematica di un processo fisiologico, di una correlazione morfologica, funzionale, ecc.: f. dentaria (v. dentario); f. fiorale (v. fiorale). 4. estens. a. Con sign. simile a ricetta, insieme di ingredienti che entrano, in determinate dosi, nella composizione di una sostanza o di un prodotto, e anche il procedimento seguito per la loro produzione: la f. di un sapone, di un dentifricio; migliorare la f. di una vernice. In usi fig., insieme di principî sui quali si fonda una scuola letteraria o artistica, una tendenza, un movimento, o una poetica individuale: la f. (o le f.) del verismo, del cubismo; la sua arte si regge su due o tre f.; o sistema seguito nella composizione di un organismo, nella realizzazione di un’attività e sim.: orchestra, rivista costituite secondo una f. nuova; in partic., nel linguaggio politico, insieme dei punti programmatici e delle alleanze parlamentari su cui si fonda la costituzione di un governo: la f. del centrosinistra. b. Nello sport, particolare criterio secondo cui sono organizzate alcune manifestazioni sportive, con riguardo all’ammissione dei concorrenti, alle caratteristiche dei veicoli partecipanti, allo svolgimento della gara, alle eliminatorie, alla classifica, ecc. Nell’automobilismo, insieme di caratteristiche tecniche (limiti di cilindrata, peso, consumo, alesaggio, ecc.) imposte da regolamenti internazionali alle varie categorie partecipanti a gare di corsa: competizioni di f. 1, di f. 2, ecc. ◆ Dim. formulétta.