forte1
fòrte1 agg. [lat. fŏrtis]. – 1. a. Di persona, che può sopportare facilmente un grave sforzo, che può resistere alle fatiche materiali e morali, che sa vincere le difficoltà e imporre il proprio volere. In senso fisico: crescere sano e f.; un uomo, un giovanotto f., una ragazza f.; come sei forte! (anche d’animali: un cavallo, un bue f.; e quindi, in similitudini: essere f. come un toro); specificando: f. di petto, di polmoni, di gambe, di mano, ecc.; un ragazzo di f. costituzione; analogam., petto, gambe, braccia f.; muscoli f.; nervi f.; denti f.; ma dare o prestare man forte, venire in aiuto, in difesa di qualcuno; nel linguaggio di sartoria e nei giornali di moda, eufemismo per «grosso e grasso»: una signora piuttosto forte, e con uso estens., taglie forti. Con riferimento alle qualità morali: una donna f.; animo f.; carattere, temperamento f.; una f. volontà; essere f. nel pericolo, nella sventura; star f., resistere con decisione, non cedere, perseverare nel proposito, e sim. In parecchie espressioni indica insieme forza fisica e morale, o la potenza che deriva dall’insieme di queste qualità: sesso f. (espressione tradizionale ma oggi ripetuta solo in tono scherz. o iron.), quello maschile; il diritto, le ragioni del più f.; farsi f. di qualche cosa, valersene come principale argomento a proprio vantaggio: si fa f. delle molte protezioni che ha; con altro senso, essere f. in qualche cosa, essere esperto, valente, bravo: è molto f. in disegno, in matematica, nel tressette (con uso assol., in espressioni ammirative del linguaggio infantile, abile, in gamba: sei forte, papà!); diverso ancora il sign. in espressioni come: è un f. camminatore, un f. lavoratore, un f. bevitore, un f. fumatore, di persona che cammina molto e ha insieme buona resistenza al camminare, che lavora intensamente, che beve o fuma assai. Sostantivato, persona forte, coraggiosa, magnanima: la fortuna aiuta i f.; A egregie cose il f. animo accendono L’urne de’ forti (Foscolo); o anche, potente (per mezzi, possibilità, grado sociale, ecc.): la prepotenza, l’arroganza dei f.; i f. non devono opprimere i deboli. b. Di governo o altro organismo direttivo, che ha il potere e i mezzi per imporre la sua autorità, che fa severamente rispettare le leggi e l’ordine: una monarchia f.; analogam., governare, dirigere con mano f., con energia. c. Popolo f., nazione f., potente per le qualità e il valore dei cittadini, e per i mezzi di offesa e di difesa di cui dispone. d. Parlando di esercito, gruppo politico, ecc., s’intende per lo più che ha la sua forza nel numero: un f. esercito invase l’Austria; allestire una f. armata navale; è un partito molto forte. 2. Di luogo, castello e sim., che per natura e per opere di fortificazione è atto a resistere ad attacchi nemici e può essere difficilmente espugnato: uno principe ... che abbia una città f. e non si facci odiare, non può essere assaltato (Machiavelli); attestarsi in una f. posizione. 3. D’altre cose: a. Che è capace di reggere al peso, agli urti, alle percosse, che non cede, non si piega, non si rompe, e sim.: una trave f.; casa con f. fondamenta; f. armatura; cassa f., v. cassaforte. b. Legname o essenza f., legname da costruzione che ha buone qualità meccaniche (contrapposto, in questo caso, a legname o essenza dolce), o anche legname da ardere che ha alto peso specifico e buon potere calorifico. c. Che non si consuma, non si logora: panno f.; tela f.; filo f.; un paio di scarpe forti; pezzo f. (o assol. forte, s. m.), pezzo di cuoio che si cuce per rinforzo tra la fodera interna e i quartieri delle scarpe (per un altro sign. della locuz., v. oltre al n. 6 c). d. Tenace: colla f.; calce f., che ha buona presa; stringere con f. nodo. e. Colori f., tinte f. (spec. nelle stoffe), resistenti, che non scoloriscono, oppure di tonalità accesa, che risaltano vivamente. f. Di medicine e sim., efficace, energico, in dose assai concentrata: rimedî f.; un f. purgante; vitamina tipo forte. Per estens., di comportamento, risoluto, energico: usare le maniere forti. g. In fisica, detto di processi determinati dalla forza o interazione forte (v. interazione). h. In chimica, di elettrolita (acido, base o sale) che in soluzione acquosa presenta un elevato grado di dissociazione. i. Grano f., sinon. di grano duro. 4. Dato o compiuto con forza: un f. schiaffo; un f. pugno; a f. colpi di mazza; un f. strappo; un f. scrollone; un tiro fortissimo. 5. In molti casi ha senso affine a «grande»: a. Per potenza: fu sì f. la errante fantasia (Dante); uomo di f. ingegno, di f. immaginazione. b. Per intensità, quindi violento, veemente: f. vento, f. burrasca; un f. terremoto; un f. acquazzone; una f. corrente; una f. febbre. Anche di cose astratte: provare f. paura, f. impressione; di sentimento, affetto, passione, provato intensamente, profondo: un f. amore; una f. antipatia; nutrire f. odio. c. Per quantità o per proporzioni: una f. somma di denaro; f. spesa; f. guadagno; f. danno; f. perdite; una f. maggioranza; subire un f. cambiamento; c’è una f. differenza; il rischio è troppo f.; ho f. dubbî; gravano su di lui f. sospetti. 6. Con riguardo al valore intrinseco: a. Moneta f., propriamente quella il cui valore legale risulti inferiore al valore commerciale del quantitativo di metallo fino in essa contenuto o ottenibile mediante operazioni di cambio (o anche, moneta di peso o di lega migliore rispetto ad altra moneta di emissione precedente o seguente); comunem., oggi, la moneta convertibile in oro, in quanto apprezzata più delle monete inconvertibili. b. Di cose astratte, valido, di gran peso: è un f. argomento a mio favore; ho f. motivi per rifiutare; a più f. ragione, con tanto maggior ragione. c. Di maggior valore o importanza rispetto ad altre cose analoghe; soprattutto in alcune determinate espressioni: piatto f., la portata migliore, più importante, più gustosa di un pasto (e fig., la parte più interessante, più attraente di altre cose); pezzo f., brano musicale, opera teatrale, ecc., o in genere argomento e sim., preferito, in cui uno dà la miglior prova di sé o di qualche sua specifica qualità. 7. Con riguardo agli effetti soggettivi sui sensi: a. Luce f., che colpisce violentemente la vista. b. Di suono, voce, ecc., che colpisce con forza l’udito: f. rumori; un f. grido; un f. colpo; un f. sparo. In fonetica, di suono proferito con maggiore energia degli altri e che ha perciò maggiore intensità: consonanti f. sono in italiano (e in genere anche nelle altre lingue) le sorde (p, t, ecc.), in contrapp. alle consonanti sonore (b, d, ecc.), che si dicono leni; con altro senso, consonanti di grado f., in italiano (contrapp. a quelle di grado debole o tenue e a quelle di grado medio), lo stesso che consonanti di grado rafforzato (v. grado1, n. 3 f, e rafforzato), vocali f., sillabe f., quelle che portano l’accento d’intensità (dette anche toniche). In musica, didascalia (abbreviata f) che, apposta a un passo musicale, ne prescrive una esecuzione caratterizzata da grande intensità di suono; per una maggiore intensità, si usa la didascalia fortissimo (abbrev. ff o fff), mentre un’intensità media è prescritta con la didascalia mezzoforte (abbrev. mf). Con sign. diverso, sempre in musica, tempo f., la parte accentata della battuta, cioè il tempo «in battere»; analogam., nella metrica classica, la sillaba accentata del piede, cioè l’arsi. c. Di cose che fanno viva impressione sul gusto, o sull’odorato: cibi f.; aceto f.; droghe f.; sapori f.; un f. profumo; f. puzzo; dolce e f., v. agrodolce. Con sign. più particolari: vino f., gagliardo, generoso, o, anche, che sa d’aceto; liquore f., di alta gradazione alcolica; tabacco f., con alto contenuto di nicotina. 8. Difficile da sopportare; acuto, intenso: un f. dolore (fisico o morale); un f. mal di capo; quindi anche duro, amaro, per gli effetti che produce sull’animo: la notizia è stata un colpo troppo f. per lui; parole f., una frase troppo f., gravi per la persona alla quale sono dirette, perché minacciose o perché troppo severe, ingiuste, offensive. Nell’uso ant., difficile a comprendere o a credersi: Sì ch’è f. a veder chi più si falli (Dante); o malagevole: altra via, che fu sì aspra e forte, Che lo salire omai ne parrà gioco (Dante). 9. In linguistica, di categoria grammaticale che nella sua flessione non ricorra all’aggiunta di suffissi. In partic., spec. nelle lingue germaniche (in opposizione a debole), di verbo, o di sostantivo, i quali, nella formazione rispettivamente del preterito e del plurale, non facciano uso dei suffissi della flessione debole e presentino semmai un’alterazione della vocale o dittongo radicale (per es., in ted., fliegen «volare», preterito flog; o Bruder «fratello», plur. Brüder); inoltre (in opposizione a debole o determinato), di aggettivo che non segua la flessione determinata. Nella grammatica greca, sono detti forte e fortissimo due tipi di aoristo. 10. Come s. m. con valore neutro: a. La parte forte o più forte di una cosa; così nelle calze da uomo o da donna, il rinforzo; nelle scarpe, il pezzo forte (v. sopra, al n. 3 c); il f. della lama, nella scherma, la parte della lama a un terzo dall’impugnatura; il f. dell’esercito, il grosso. b. ant. Il f. del bosco, la parte più interna, più folta e intricata: i cervi ... procurano di star nascosti e rimpiattati più che possono nel f. del bosco (Redi). c. Nel forte, nel colmo: nel f. dell’estate, dell’inverno; nel f. d’un pericolo, d’una tempesta; Renzo, questa volta, si trovava nel f. del tumulto (Manzoni), dove il tumulto era più acceso; nel f. della battaglia, nel momento di maggior furore. d. La cosa in cui più si vale, in cui meglio si riesce o si è più capaci (uso prob. esemplato sul fr. fort): gli scacchi sono il suo f.; la matematica non è il mio forte. e. Sapore o odore acido di sostanze fermentate: prendere il f., saper di f. (per es. del vino quando inacetisce). 11. Con valore d’avv., invar.: a. Con forza, tenacemente: picchiare f.; stringere f.; afferrare, tenere f. la fune; reggersi f.; o con violenza: il vento soffia f.; pioveva f.; il cuore gli batteva forte forte. b. Grandemente, assai: dubito f.; io temo f. non lo cor si schianti (Dante); Lo so, lo so, che tu l’amavi forte! (Pascoli). Anche davanti a un agg., dandogli per lo più valore di superlativo: abbattello [= lo abbatté] f. stordito (Andrea da Barberino); è f. innamorato; nella lingua parlata, spec. nell’uso pop., è spesso posposto: era arrabbiato f.; sei ignorante forte! c. Velocemente: correre f.; andar f. (anche fig., fam., procedere con impeto, con decisione, operare con successo e celerità); nuotare forte. d. A voce alta: parlare, gridare, chiamare, ridere, piangere f.; che è tanto greve A lor che lamentar li fa sì forte? (Dante); fig.: parlare f., dire il proprio parere con franchezza, con vivacità; lo puoi dir f., apertamente, di cosa che si riconosce come vera e indiscutibile. Analogam., suonare f., tenere f. la radio, e sim., ad alto volume di suono. e. Con sign. più particolari: mangiare f., molto, con grande appetito; è un uomo che beve f., che è assai dedito al vino, all’alcol; dormire f., profondamente; giocare f., giocare grosse somme; in formule epistolari: ti abbraccio forte. f. ant. In modo difficile, oscuro: però che forte parli - ‘forte’ dico quanto a la novitade de la sentenza (Dante). ◆ Avv. forteménte, soprattutto con i sign. a e b del n. 11: afferrare, stringere, reggere fortemente; essere fortemente innamorato; o anche con accezioni proprie, cioè con fortezza, con intensità: resistere fortemente; volere, pensare fortemente.